Vigne al posto di mine antiuomo: è quanto si propone l’organizzazione umanitaria Roots of Peace che il prossimo 6 gennaio annuncerà l’inizio di una collaborazione con le autorità palestinesi e israeliane per rimuovere il milione e mezzo di mine antiuomo ancora presenti in Terra Santa, incluso anche Qasr al Yahud, il sito del battesimo di Gesù. Secondo quanto riferisce l’organizzazione, che dal 1997 opera per dissotterrare le mine in paesi come Afghanistan, Angola, Cambogia, Croazia, Iraq, Kirghizistan, Vietnam e Israele, l’annuncio verrà accompagnato dal suono delle campane di Betlemme mentre il progetto sarà presentato in una conferenza stampa nel vicino villaggio di Husan, particolarmente contaminato dalla presenza di questi ordigni messi al bando alla fine del 1997, dopo la Conferenza di Ottawa. “Il suono delle campane simboleggia che è giunto il momento di rimuovere le mine dai campi di Betlemme, ed è un campanello d’allarme per il mondo”, dichiara il governatore di Betlemme Abdul Fatah Hamayel. “Le terre sante non sono sante quando ci sono mine nel terreno”, afferma Heidi Kühn, fondatrice di Roots of Peace, che nei giorni scorsi ha fatto visita al patriarcato latino di Gerusalemme, dove è stata ricevuta dal patriarca Fouad Twal. Questo progetto mette in evidenza ciò che unisce e non ciò che ci divide – spiega Fadwa Abu Laban, benefattore di Napa Valley (Usa) che sostiene il progetto di trasformazione dei campi minati in vigneti – questa terra sarà sminata e da essa avremo raccolti abbondanti. Verrà, inoltre, istituita una scuola di Roots of peace dove i bambini potranno recuperare i loro sogni di infanzia. (Sir)