Giubileo 2025
Terra Santa: Pizzaballa, “c’è bisogno di un Giubileo”
Le parole del patriarca latino di Gerusalemme, celebrando ieri a Nazareth la festa della Sacra Famiglia e l’apertura dell’Anno Santo: “siamo tutti prigionieri di questa guerra e delle sue conseguenze"
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“In questa tremenda guerra, non ci sono solo tanti prigionieri, da tutte le parti, che hanno bisogno di rivedere la luce della libertà. Allargando lo sguardo su tutti noi, penso che in un modo o nell’altro, siamo tutti prigionieri di questa guerra e delle sue conseguenze. Odio, rancore e paura ci tengono bloccati nelle relazioni, nella fiducia l’uno nell’altro”.
Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, celebrando ieri a Nazareth, la festa della Sacra Famiglia e l’apertura dell’Anno Santo in Terra Santa. “Siamo chiusi, imprigionati dentro le nostre paure – ha aggiunto – che non ci permettono di avere coraggio, di avere di uno sguardo di fiducia e quindi anche di speranza verso gli altri, verso il futuro, verso Dio, come Colui che è capace di portare la vita anche dove tutto sembra morto e finito”.
Riferendosi al tema del Giubileo, “pellegrini di speranza”, il patriarca latino ha ammesso che “è molto difficile parlare di speranza, credere che vi sia speranza, quando attorno a noi tutto parla di guerra, di violenza, di povertà e durezza di vita”, ma al tempo stesso, ha rimarcato che “la speranza ha bisogno della fede. La fede in Dio significa anche avere uno sguardo fiducioso verso il prossimo, così per il credente lo sguardo verso il prossimo resta aperto alla fiducia, nonostante le inevitabili fatiche presenti in ogni relazione umana”. La speranza, poi, “ha bisogno anche della pazienza come insegna San Paolo. La pazienza senza speranza è solo dura rassegnazione a un destino contro il quale è inutile lottare. La speranza senza pazienza è inganno, perché ci illude di ottenere ciò che desideriamo senza la fatica del vivere. La speranza, quindi, richiede anche di sapere attendere”.
“Noi vogliamo la pace subito, adesso. Vogliamo la fine del dolore adesso. Vogliamo la soluzione dei nostri problemi adesso e non ci rassegniamo all’idea che invece si debba attendere, con pazienza, ma senza rassegnarsi. La speranza – ha ribadito Pizzaballa – richiede anche di sapere affidare ad altri, nel tempo e nella pazienza, il frutto della propria opera”. Da qui nasce il bisogno del Giubileo: “che Dio cancelli i nostri debiti, che ci tolga dalle spalle e dal nostro cuore il peso insopportabile dei nostri peccati, delle nostre paure, che riporti luce ai nostri occhi, per vedere il compiersi del Suo Regno, che non è di questo mondo, ma che dona senso al nostro stare nel mondo. Abbiamo davvero bisogno di questo rinnovamento spirituale – ha concluso il patriarca – che riporti nelle nostre case e nelle nostre comunità la fiducia nell’opera di Dio e con essa la speranza operosa di poter un giorno ottenere la pace che tutti desideriamo”.