Toscana

TERRA SANTA: LE CHIESE CRISTIANE CHIEDONO UNO STATUTO SPECIALE PER GERUSALEMME

È tempo per una pace totale, giusta e definitiva. E questa a cominciare da Gerusalemme. L’auspicio è contenuto in una dichiarazione dei patriarchi e dei capi delle Chiese cristiane locali di Gerusalemme che fanno appello alle “autorità locali, alla comunità internazionale e alle Chiese del mondo” affinché “trovino una visione comune per lo statuto di Gerusalemme, basata sulle risoluzioni internazionali prendendo in considerazione i diritti dei due popoli, israeliani e palestinesi, e delle tre religioni che vi dimorano”.

L’avvenire della città deve essere deciso, a detta dei leader cristiani, “di comune accordo, con la collaborazione e la consultazione. Soluzioni imposte metteranno in pericolo la pace e la stabilità”. Sul futuro di Gerusalemme i firmatari della dichiarazione affermano che “diverse soluzioni sono possibili. La città potrebbe restare unificata, con una sovranità divisa, esercitata ugualmente da israeliani e palestinesi. Potrebbe anche essere divisa, se tale fosse il desiderio dei suoi due popoli, con due distinte sovranità, per arrivare ad una vera unità dei cuori nelle due parti della città. Il muro dovrebbe far posto alla tolleranza e alla fiducia reciproca”.

Per lo statuto speciale di Gerusalemme i capi religiosi propongono dei punti fermi. Innanzitutto, “il rispetto dei diritti fondamentali delle persone e delle comunità che vi abitano” quindi libertà di culto, di movimento, pieni diritti politici e sociali (proprietà, sanità, istruzione e cultura), così come “libertà per le comunità religiose di possedere e gestire le opere necessarie al loro ministero come chiese, scuole, ospedali, ostelli”.

“Gerusalemme – si legge nella dichiarazione – deve essere una città aperta e i suoi due popoli sono i guardiani della sua santità e sono loro che devono darle uno statuto che corrisponda al carattere di città santa, universale e locale. Una volta redatto lo statuto la comunità internazionale è chiamata a confermarlo con garanzie internazionali”. Ma quale che sia quale la soluzione politica scelta per l’amministrazione di Gerusalemme, “i Luoghi santi cristiani della città, ovunque si trovino, debbono restare geograficamente uniti tra loro”. “Speriamo – concludono i capi religiosi – che il nostro appello possa essere compreso e che i capi politici rispettino la natura di questa città santa e si mostrino capaci di arrivare ad una accordo definitivo che faccia di Gerusalemme il segno della presenza di Dio tra i popoli”.Sir