Toscana
Terra Santa: i presepi della solidarietà
DI RENATO BURIGANA
Dobbiamo modificare il nostro modo di produrre. Fino a oggi le nostre botteghe lavoravano per vendere ai pellegrini, da domani dobbiamo imparare a produrre per i mercati esteri. I pellegrini non viaggiano più, devono viaggiare i nostri prodotti». È stato un artigiano di Betlemme a delineare il nuovo scenario, dopo 13 mesi di intifada, di occupazione, di guerra non dichiarata. Fra i 60 pellegrini toscani che hanno raggiunto Betlemme, i primi che sono stati in città dall’ottobre 2000, c’erano anche alcuni imprenditori. Da loro sono venute alcune proposte concrete. La prima, realizzata da Pierlugi Galardini, direttore della Confartigianato di Prato. La seconda da Ludovico Martelli, patron della Proraso. La terza dalla Coop che metterà qui una sua testa di ponte per acquistare i prodotti dell’artigianato betlemita.
È soddisfatto Galardini, perché è riuscito a mettere insieme e d’accordo in pochi giorni Cna, Confartigianato, Regione Toscana e la Cassa di Risparmio di S.Miniato. «Certo dice Galardini il modo migliore per aiutarli sarebbe riprendere i pellegrinaggi. Nella sola Betlemme ci sono 80 ristoranti, ma due soli sono aperti. Tutta l’economia della città è in ginocchio, e non so davvero quanto potranno ancora resistere».
La seconda proposta concreta è stata realizzata dalla Coop. Lo scorso Natale Coop Firenze era riuscita ad acquistare presepi realizzati a Betlemme e a farli giungere all’ultimo minuto sugli scaffali. Oggi ha firmato un accordo per far diventare gli artigiani betlemiti fornitori ufficiali della cooperativa. I presepi, le statue, gli addobbi per l’albero si potranno trovare in tutti i 50 ipermercati e gli oltre 1000 supermercati italiani. «Grazie per questo vostro intervento ha detto il Presidente Arafat, durante l’incontro svoltosi a Ramallah che rappresenta un aiuto concreto per il nostro artigianato». Due giorni di colloqui, di incontri con i sei artigiani delegati da tutte le imprese e guidati dal presidente della Camera di Commercio di Betlemme, Samir Hazboun, hanno permesso a Claudio Vanni, responsabile della relazioni esterne di Coop di siglare l’accordo. Fra un caffè e un dolce, dentro la scuola francescana, sotto la guida attenta e discreta di Padre Ibrahim Faltas che faceva da interprete, e non solo, gli incontri si sono succeduti con un ritmo incalzante, veramente poco orientale.
Tutti gli artigiani avevano realizzato una mostra-esposizione con i loro prodotti in modo che Andrea Angori e Giuseppe Braccino, responsabili degli acquisti per Coop Firenze il primo e per Coop Italia il secondo, potessero vedere, scegliere per il campionario da riportare a casa. Un lavoro lungo e paziente, fatto in un silenzio pesante, interrotto solo dalle telefonate che giungevano da amici italiani preoccupati per le notizie provenienti dalla Palestina. Ogni azienda aveva messo in evidenza il meglio di sé, nella speranza che il suo prodotto venisse scelto. In una sala adiacente la delegazione si incontrava con Vanni per stabilire tempi e modalità dell’intera operazione. È stata così costituita una cooperativa, con un responsabile, Hazbom, direttore della Camera di Commercio, sono stati individuati i passaggi burocratici e logistici necessari perché la merce una volta acquistata arrivi in tempo per poter giungere in tutti i centri vendita italiani. Anche il console italiano ha dato la sua disponibilità per seguire i difficili passaggi per l’esportazione. «Per noi è stato difficile racconta Andrea Angori parlare e trattare con aziende artigiane, perché abitualmente i nostri referenti sono solo grandi aziende, già strutturate che sanno esattamente tutte le nostre esigenze. Inoltre questi artigiani non sono abituati ai grandi numeri. Mentre noi abbiamo chiesto di tenersi pronti a produrre quantità considerevoli dei singoli pezzi, anche perché in Toscana c’è una riscoperta del presepe rispetto all’albero». Sulla stessa lunghezza d’onda Braccino, che ha la responsabilità di Coop Italia. «Le potenzialità ci sono, le abbiamo trovate. È nato un rapporto e credo che potremo lavorare bene insieme in modo continuativo. Il loro prodotto è interessante e di buona qualità».
Un giovane di Betlemme verrà in Italia, per fare uno stage presso l’azienda di Ludovico Martelli, per capire come il prodotto entra nella distribuzione, quali sono le necessità, i tempi, i complessi meccanismi dei nostri mercati. Quando la delegazione sta per lasciare Betlemme è l’ora dell’Angelus, e tutti si uniscono ai francescani per la consueta processione alla grotta della natività. Si superano differenze e ciascuno canta in latino gli inni al bambino che viene.
L’ultima idea, mentre stiamo rifacendo i bagagli per rientrare in Italia, è del Sindaco di Pratovecchio, Angiolo Rossi, vero motore della solidarietà toscana verso la città dove è nato il Salvatore: creare una scuola per recuperare le tradizioni artigianali dei due popoli, quello ebraico e quello palestinese, una scuola che potrebbe rivelarsi un altro banco di prova per la pace.