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TERRA SANTA: I FRATI MINORI SI RIVOLGONO AD ARAFAT

Il governo generale dell’Ordine dei frati minori (Ofm), nella sua sede romana, ha ricevuto domenica, la visita del rappresentante palestinese in Italia. «Nel colloquio, cordiale e franco – ha dichiarato il portavoce francescano, padre Gianfranco Pinto Ostuni – è stata espressa al rappresentante palestinese l’estrema preoccupazione dell’Ordine di fronte al protrarsi ancora dell’intollerabile situazione nel Santuario della Natività a Betlemme e nelle sue adiacenze, compresa la chiesa e il convento dei frati». Al rappresentante palestinese è stato pregato di trasmettere al presidente Yasser Arafat «la domanda di fare tutto il possibile perché si trovi senz’indugio quella soluzione pacifica auspicata dall’Ordine sin dall’inizio della crisi, venti giorni orsono». Il portavoce ha spiegato che si tratta in particolare «di ritirare ogni riserva ed ogni ostacolo che ci possano essere all’immediato avviamento delle trattative, fossero anche le esigenze più giuste e più comprensibili», dal momento che «le gravissime condizioni in cui versano i frati, le suore francescane, i monaci greci ed armeni, ma anche molti concittadini [di Arafat] che si trovano asserragliati nel Luogo Santo, nonché il Santuario medesimo, non consentono di prolungare il tormento a motivo di esigenze non sostanziali, e non attinenti direttamente all’essenza della tanto sospirata soluzione pacifica». Fra l’altro, nel colloquio è stata menzionata anche una possibile soluzione pacifica che, spetta alle Parti discutere e accettare. «Si tratta della proposta – ha aggiunto padre Pinto Ostuni – conosciuta dalle Parti sin dall’inizio della crisi, e successivamente resa di pubblico dominio, secondo la quale gli uomini armati attualmente asserragliati nel Santuario potrebbero essere accompagnati, sotto garanzia internazionale, nel territorio palestinese autonomo di Gaza. In tal modo la crisi si risolverebbe pacificamente, ottenendo lo sgombero del Santuario e delle adiacenze, la restituzione del carattere sacro alla Basilica e ai Monasteri, con la salvaguardia dell’incolumità di tutti». Ovviamente, ha concluso il portavoce, «spetta alle Parti discutere e accettare una soluzione pacifica, questa o altra. Comunque, l’esistenza di questa proposta toglie evidentemente ogni possibilità di giustificare l’incredibile dilazionismo al quale si è assistito finora, da una Parte e dall’altra».