Siamo alla vigilia dell’assedio cruciale, più crudele, quello che seguirà all’esplosione della popolazione di Gaza e del massacro più brutale dell’esercito israeliano. Padre Manuel Musallam, unico sacerdote cattolico di Gaza City, dalla quale non esce dal marzo 2000, parla così a Terrasanta.net della situazione in cui versa la Striscia di Gaza a seguito del blocco imposto da Israele contro i quotidiani lanci di Qassam orditi da Hamas.Non c’è più benzina, non abbiamo viveri, la corrente è a giorni alterni, più di un milione di persone sono senza lavoro. Quei pochi che hanno un lavoro statale, insegnanti e poliziotti, non riescono a raggiungere i posti di lavoro; gli ospedali sono al collasso e le ambulanze non escono più: ci sono feriti che muoiono dissanguati perché nessuno è in grado di portarli in ospedale, ogni settimana troviamo cadaveri per strada. Questi sono crimini di guerra: è un regime disumano che non può continuare, la gente esploderà. Da mesi non abbiamo più trasporti, non ci sono più autobus né pubblici né privati: i bambini camminano per ore prima di arrivare a scuola, e quando arrivano sono sfiniti, non riescono a concentrarsi, non possono neanche comprare una merenda.Padre Musallam, d’accordo con il ministero dell’Istruzione, ha perfino anticipato la chiusura della scuola ai primi di maggio anziché alla fine. Ci danno l’elettricità per alcune ore al giorno – prosegue -, ma non abbastanza per far funzionare i generatori ed è troppo costoso tenerli accesi durante il giorno. Ormai possiamo solo riunirci in chiesa e pregare. Gli israeliani non smettono di uccidere: il posto di ritrovo degli abitanti di Gaza è il cimitero, stanno svuotando la Striscia. Non ci sono più neanche le bare, a volte i corpi vengono coperti con la sabbia. Da quando il personale delle agenzie umanitarie ha lasciato la Striscia, non c’è il cibo assicurato neanche per 10 giorni al mese. Nessuno può entrare nella Striscia, neanche religiosi che volessero venire ad aiutare, neppure il patriarca… Ciascuno ha già venduto tutto quel che poteva: oro, mobili, tutto pur di sopravvivere. I negozi sono vuoti: avremmo bisogno di 700 camion di merci al giorno per un milione e 200 mila persone. Invece gli israeliani ne fanno entrare sette al giorno. Ma nonostante tutto ci sarà il festival di fine anno scolastico: I bambini avranno una festa a dispetto della punizione inflitta ad un’intera nazione, i miei bambini canteranno e balleranno conclude il parroco.Sir