Appello della Caritas di Gerusalemme per raccogliere 1,5 milioni di dollari e aiutare i circa 150 mila impiegati della Autorità nazionale palestinese (Anp) che da tre mesi non ricevono lo stipendio facendo mancare a un quarto della popolazione palestinese il necessario per vivere. In un comunicato diffuso ieri la Caritas afferma che circa il 40% dei bambini che vivono a Gaza soffrono di malnutrizione, il latte fresco e quello per neonati sono del tutto scomparsi dai negozi, l’unico latte disponibile è quello, meno nutriente, in polvere. Sebbene il trasporto merci sia aumentato in queste settimane nella Striscia di Gaza, le merci esportate sono ancora bloccate al varco di Karni, dove frutta fresca e ortaggi, tra le prime fonti di reddito per i palestinesi, si stanno deteriorando. Tutto questo mentre prosegue, da parte israeliana, la costruzione della barriera di sicurezza intorno a Gerusalemme, portando fa sapere la Caritas – da dodici ad otto i varchi per la Cisgiordania. I residenti in Israele e gli altri muniti di permesso potranno accedervi, ma per i 60mila che entrano in Israele ogni giorno per lavoro o per cure mediche, questa chiusura significa viaggi più lunghi, assenza dal lavoro e cure sanitarie impossibili. Per far fronte a questa situazione la Caritas ha lanciato un programma di nove mesi per fornire cibo, vestiti, medicinali alla popolazione, garantendo ai più poveri e disperati anche spese di affitto e di studio, unica via per sfuggire alla povertà. In via di definizione anche un programma di formazione e di avviamento al lavoro.Sir