Toscana

TERRA SANTA: APPELLO DELLA CARITAS DI GERUSALEMME A FAVORE DEI PALESTINESI

Le elezioni palestinesi di gennaio e quelle israeliane di marzo, contrariamente ad ogni speranza, non hanno, almeno fino ad ora, cambiato nulla nella situazione in Terra Santa. Lo afferma la Caritas di Gerusalemme nell’ultimo numero della sua newsletter “Staying in touch”. Presentando l’iniziativa di solidarietà “Special operations appeal” (Soa) in favore della Terra Santa (vedi www.caritas.org), l’organismo ecclesiale sottolinea che “oggi la Palestina vive una situazione disastrosa” anche a causa “della decisione della comunità internazionale di non intrattenere relazioni con il governo di Hamas, democraticamente eletto. Questo comporta che 165mila impiegati nella Autorità palestinese non ricevono lo stipendio dal 1 marzo e sono quindi impossibilitati a provvedere ai bisogni delle loro famiglie, un milione e 250 mila persone. Una situazione che si riflette sull’intera popolazione. A Gaza si registrano file per cibo e medicine”.

La Caritas punta l’indice contro la costante diminuzione dei permessi di lavoro rilasciati da Israele ai palestinesi passati “dai 20.968 del 2000 ai 3.698 di questa prima parte del 2006” e il completamento del “muro” a nord di Gerusalemme che “avrà ulteriori conseguenze negative sull’economia palestinese”.

A preoccupare la Caritas non sono solo i palestinesi ma anche “la crescita della povertà in Israele come attestano le statistiche dell’Israeli national insurance” e i prezzi dei principali beni di consumo (elettricità, benzina, latte, uova, carne, materiali da costruzione) gli stessi per palestinesi e israeliani. Questi ultimi, rimarca la Caritas, “hanno una paga media di 20mila dollari annui, contro i 1000 dei palestinesi”. Sir