(Firenze) Bambini delle scuole elementari che cantano Fratelli d’Italia nel piazzale della Fortezza da Basso, centinaia di stand colorati ed animati di associazioni e prodotti bio, sale convegni dove si dibatte e discute declinando nella varie forme il tema di quest’anno, La cura dei beni comuni. Si è aperta così, questa mattina a Firenze, l’ottava edizione di Terra Futura, la mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, in corso fino al 22 maggio alla Fortezza da Basso. L’iniziativa è promossa da Fondazione culturale Responsabilità etica Onlus per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale, insieme ai partner Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente. Sono le 13 le sezioni dell’area espositiva, con 600 aree e oltre 5000 realtà rappresentate. Sono 280 gli appuntamenti culturali, che vedranno l’intervento di quasi 1.000 relatori. Lo scorso anno Terra futura è stata visitata da oltre 92.000 partecipanti e quest’anno se ne prevedono altrettanti. Si parla di acqua, clima ed energia, informazione e democrazia, diritto al cibo e giustizia alimentare, diritti e cittadinanza, economia e finanza, pace e sostenibilità. Il tema della cura dei beni comuni, scelto a fronte di un disinteresse o incapacità dei governi e delle istituzioni di farvi fronte è stato affrontato questa mattina nel convegno su Diritti e cittadinanza. Soana Tortora, delle Acli, ha lanciato un forte appello alla partecipazione popolare, affinché i cittadini si riapproprino della democrazia, visto che nel nostro Paese la forbice tra ricchi e poveri si sta allargando sempre di più, negando, in questo modo, cittadinanza e diritti. Tortora ha invitato a riformulare un patto sociale per mettere insieme un Paese che sta andando a pezzi: i beni comuni ha precisato devono essere assunti e curati attraverso la responsabilità di tutti. Non è giusto, come spesso accade, che alcuni possano permettersi di essere assolutamente irresponsabili. Il giurista Gregorio Arena, di Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà), ha poi evidenziato la mancanza di fonti normative che aiutino i Comuni a riconoscere nei cittadini degli alleati, anziché persone che manifestano solo disagi e difficoltà. La grande questione, a suo avviso, è capire come riuscire a convogliare le tante energie oggi spese per la cura dei beni comuni, nel volontariato e nel movimentismo, verso grandi scelte politiche, per essere motore di cambiamento del mondo delle istituzioni.Sir