Cultura & Società

Teatro, un inedito Sartre in scena a San Miniato

di Sara D’Oriano

Anteprima mondiale alla Festa del teatro di San Miniato. Per la prima volta da quando fu scritto e messo in scena, nel Natale del 1940, ritorna in palcoscenico «Bariona o il figlio del tuono», racconto «inedito» dello scrittore francese Jean Paul Sartre (nella foto) e suo primo testo teatrale. Lo spettacolo verrà rappresentato dal prossimo 18 luglio nel corso dell’annuale Festa del teatro organizzata dall’Istituto del dramma popolare di San Miniato (nella foto, lo spettacolo dello scorso anno).

Oltre alla particolarità dell’evento, che costituisce un grande riconoscimento per il nostro Paese da parte degli eredi dello scrittore che ne hanno concesso i diritti in via straordinaria, colpisce la scelta dell’opera, frutto della penna di un autore, Sartre, appunto, ateo e che si avvicinò in maniera decisa anche al marxismo, nel corso della sua esistenza.

«Da diverso tempo puntavamo alla realizzazione di quest’opera – spiega Salvatore Ciulla, direttore artistico del Festival – ovvero da quando, qualche anno fa, fu realizzata la prima traduzione italiana del testo, purtroppo sconosciuto e tenuto nascosto da 60 anni. Immediatamente io e gli organizzatori del festival, giunto quest’anno alla sua 62ª edizione, pensammo potesse essere molto interessante da proporre al pubblico come riflessione sul senso dell’esistenza, della presenza di un altrove al di là della nostra percezione sensoriale soprattutto nella dimensione del dolore e dell’angoscia e così, dopo anni di contatto con la famiglia dello scrittore, siamo riusciti a convincerla della validità della nostra proposta e così siamo arrivati all’edizione di quest’anno».

Sartre scrisse «Bariona» nel 1940, su suggerimento di alcuni frati durante il periodo di prigionia nel campo di sterminio di Treviri. L’idea era quella di realizzare un testo sul Natale che potesse essere rappresentato all’interno del campo e potesse trasmettere un senso di speranza ai detenuti. Nasce così Bariona, (dal curioso soprannome di «figlio del tuono»), capo di un villaggio vicino a Betlemme. La storia è ambientata nell’epoca in cui la Giudea era oppressa dai Romani e dalle loro ingenti richieste di tributi. Dopo una prima ribellione condotta disperatamente attraverso l’autodistruzione, Bariona viene a conoscenza del bambino Gesù, «luce e speranza per le genti» e, abbandonata ogni diffidenza verso il Messia, si impegna nella realizzazione del progetto di liberazione del suo popolo.

Chiari i riferimenti alla situazione storica e politica dell’epoca, ma allo stesso tempo non lontano da ideali più universali e da una riflessione più spirituale sul senso del Natale, il testo è frutto di un contatto diretto di Sartre con i sacerdoti detenuti nel lager e riflette ancora una dimensione spirituale del suo esistenzialismo, il quale, pur divenendo ateo, non prescinderà mai dalla presenza di Dio.

Da qui la scelta di trasporre il testo, per la prima volta dal quel 1940 a cui prese parte lo stesso Sartre, nei panni del re magio Baldassarre, nello scenario di Piazza del Duomo a San Miniato, attraverso un’idea registica che introdurrà lo spettatore nell’ambiente cupo del campo di concentramento: «La piazza verrà trasformata in un lager – spiega Ciulla – riproducendo l’atmosfera cupa della guerra e dell’oppressione. In questo modo sarà più semplice “gridare” al nostro pubblico, che speriamo sia numeroso, il messaggio di pace e speranza che Sartre voleva trasmettere inizialmente».

Diretto dal regista Roberto Guicciardini e interpretato da Sebastiano Lo Monaco, «Bariona» è evento culminante del festival che però si preannuncia ricco di iniziative. In programma, infatti, ci sono altri 6 spettacoli con altrettanti personaggi di spicco, a partire dalla presenza dell’attrice Claudia Koll, che il 9 luglio darà la voce a «Concerto di Poesia», spettacolo che propone una serie di suggestive letture religiose per rendere omaggio alla scrittrice Elena Bono, più volte presente, con i suoi testi, all’interno delle varie edizioni del Festival. Il 7 luglio, invece, sarà la volta di «Libro d’Ore», dello scrittore tedesco Rilke, con una riflessione sulla ricerca di Dio nella realtà e nelle atmosfere del Monachesimo.

Seguiranno altri spettacoli non meno importanti che avranno come tema di fondo la ricerca del senso profondo della vita, così come è negli intenti della Festa del teatro, fin dalla sua prima edizione, nel 1947.