Toscana

TAV, DANNI MUGELLO; 26 CONDANNE E 150 MLN DI RISARCIMENTO

Si è chiuso oggi con 26 condanne da tre mesi d’arresto fino a 5 anni di reclusione e un risarcimento danni di oltre 150 milioni di euro il processo che si è chiuso a Firenze per i danni ambientali causati dai lavori per l’Alta velocità tra Firenze e Bologna. Fra le persone condannate a 5 anni, i vertici del Consorzio Cavet, che ha avuto in appalto i lavori Tav :Alberto Rubegni, Carlo Silva e Giovanni Guagnozzi, presidente, consigliere delegato e direttore generale di Cavet. I risarcimenti sono stati riconosciuti per il ministero dell’Ambiente (50 milioni), Regione Toscana (50 milioni), Provincia di Firenze (50 milioni) e per cifre da 5 a 25 mila euro per altre 5 parti civili costituite da Comuni e province interessate ai lavori. In tutto gli imputati, accusati a vario titolo, erano una cinquantina, fra dirigenti e dipendenti Cavet, ditte in subappalto, gestori di cave e discariche. Il giudice del tribunale di Firenze Alessandro Nencini ha ritenuto i 26 imputati condannati colpevoli di illecito smaltimento dei rifiuti. Assoluzioni invece per il danneggiamento dei corsi d’acqua e dei pozzi privati, mentre riguardo all’imputazione di furto di acqua ha sollevato la questione di costituzionalità. Le richieste avanzate nel procedimento dai pm Gianni Tei e Giulio Monferini erano ancora più pesanti con condanne per un totale di 180 anni, tra queste le più alte, a 10 anni, per Rubegni, Silva e Guagnozzi. Per l’accusa, i lavori per la Tav avrebbero provocato danni per 750 milioni di euro, sia per un illecito smaltimento dei rifiuti, sia per l’impoverimento delle risorse idriche.  Parzialmente soddisfatto l’avvocato Tullio Padovani, uno dei legali Cavet: “E’ una sentenza che non dispiace alla difesa – ha commentato -. Il reato rimasto è quello di smaltimento illecito di rifiuti, ma penso che nei prossimi gradi di giudizio non reggerà”.“La sentenza di oggi, con le pesanti condanne penali, – ha commentato Legambiente – riconosce la gravità del disastro ambientale perpetrato ai danni del nostro territorio. Speriamo che questo possa fungere da monito anche per i futuri progetti di grandi opere che il Governo vorrebbe portare avanti senza alcuna seria valutazione d’impatto ambientale e a scapito delle comunità locali”.“Purtroppo però – continua Legambiente – il dispositivo dei risarcimenti non può soddisfarci in alcuna maniera. Milioni di euro sono stati riconosciuti infatti per gli enti che in qualche modo sono corresponsabili dei danni avvenuti, mentre i cittadini realmente colpiti dal disastro ambientale, e senza l’impegno dei quali questo processo non si sarebbe mai avviato, non vedono riconosciuto in alcun modo il proprio diritto”.