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TAV: 400 FERITI NEGLI SCONTRI; LA GUERRIGLIA IN VALSUSA OSCURA LE RAGIONI DELLA PROTESTA

(ASCA) – La protesta contro la Tav in Val di Susa è degenerata in violenti scontri tra manifestanti e polizia durati per ore. Il bilancio finale è di oltre 400 feriti, più di 180 tra le forze dell’ordine. Quattro gli arrestati. La situazione è tornata alla normalità solo dopo le 18. Sulla vicenda interviene con una nota il Quirinale: “Quel che è accaduto in Val di Susa, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le istituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza”. Conclude la nota: “Non si può tollerare che a legittime manifestazioni di dissenso cui partecipino pacificamente cittadini e famiglie si sovrappongano, provenienti dal di fuori, squadre militarizzate per condurre inaudite azioni aggressive contro i reparti di polizia chiamati a far rispettare la legge”. Da qui la solidarietà del presidente Giorgio Napolitano alle forze dell’ordine. Condivisione per la posizione espressa da Giorgio Napolitano è stata manifestata dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Tre cortei erano partiti in mattinata da Exilles, Giaglione e Chiomonte. Intorno alle 12 l’inizio degli scontri tra i manifestanti – 50 mila per gli organizzatori, 6 mila per la Questura di Torino – e le forze dell’ordine. Mentre una parte del corteo era formato da politici locali, famiglie con bambini al seguito e da delegazioni anti Tav giunte da altre regioni oltre che dalla Francia e dalla Spagna, un’altra parte manifestava in modo autonomo cercando di raggiungere il sito della Maddalena dove c’è il cantiere principale dell’alta velocità. La polizia che presidiava il cantiere ha iniziato a far uso di idranti e lacrimogeni quando i manifestanti si sono avvicinati alla recinzione e hanno iniziato a sfondarla. Alcuni manifestanti, passando attraverso i sentieri di montagna, sono riusciti a entrare ugualmente nell’area transennata sventolando bandiere No Tav. Secondo la ricostruzione fatta dalla Questura, agli scontri avrebbero partecipato gruppi di black bloc, i giovani vestiti di nero divenuti tristemente famosi per quanto riuscirono a distruggere a Genova nel corso della manifestazione anti G8 del 2001. La calma è tornata poco prima delle 18, quando una delegazione di manifestanti, a braccia alzate, ha incontrato dirigenti e funzionari di polizia sul ponte della valle Clarea. All’incontro ha partecipato anche Davide Bono, consigliere regionale dei grillini. Le forze dell’ordine hanno invitato i manifestanti a desistere dalla violenza, mentre i manifestanti hanno protestato per l’uso di lacrimogeni. Dichiara Alberto Perino, tra i leader del movimento No Tav: “Volevamo assediare il cantiere e l’abbiamo assediato. Quindi abbiamo vinto Abbiamo visto chi usa la violenza, è chi tira i lacrimogeni ad altezza d’uomo”.