Vita Chiesa

TAIZE’, INCONTRO DAL 28 AL 1° GENNAIO A ZAGABRIA; MESSAGGI DEI LEADER RELIGIOSI

“Un segno di speranza”: Benedetto XVI definisce così il XXIX Incontro europeo dei giovani animato dalla Comunità di Taizé, nel messaggio inviato a firma del cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone. L’incontro si svolgerà a Zagabria, in Croazia, dal 28 dicembre al 1° gennaio prossimo. Rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze, il Papa parla di “pellegrinaggio sulla terra inaugurato dal caro Frère Roger” e li incoraggia a prendere “sempre di più coscienza dell’importanza della fraternità fra gli uomini e della necessaria apertura ad ogni persona”. E Benedetto XVI sottolinea che “con un’attenzione rinnovata verso gli altri” i giovani contribuiscono a “stabilire relazioni più fraterne, affinché su tutto il pianeta si realizzi concretamente la famiglia umana, dove ciascuno è accolto e amato per se stesso, riconosciuto e rispettato come figlio di Dio”. E il Papa sottolinea che, in particolare in terra croata segnata nel corso degli anni passati da conflitti, i giovani di Taizé sono un segno eloquente di speranza. “Dimostrate – dice Benedetto XVI – che voi, i giovani, volete un’umanità nuova, fondata sul riconoscimento di ogni persona, indipendentemente dalla nazionalità o dalla religione”. “Segnati dall’unico Battesimo – aggiunge inoltre il Papa – “possiate rendere presente il Cristo, che vi chiama ad amare e ad agire come lui”. Anche il Patriarca ecumenico, Bartolomeo IAlessio II, e il Primate della Comunione anglicana, arcivescovo di Canterbury, dottor Rowan Williams, hanno inviato rispettivi messaggi. Bartolomeo I esprime un significativo augurio: arricchiti spiritualmente – dice – diventate come delle “icone viventi, delle immagini di Cristo, dei veri figli del Dio Trinitario, benedetti, pieni di speranza ed amati”. Parla di una società “talvolta lontana dal Signore” rinnovando l’invito ai giovani “a dirigersi verso il regno dei Cieli, con la parola di Dio come guida capace di trasfigurarvi”. Tra le parole di Alessio II, l’invito “a vedere la vita come un pellegrinaggio, compiuto nella fiducia in Dio”. “E’ necessario ricordarci sempre – afferma – che il solo orientamento verso il denaro, il successo, il benessere ed il piacere, tolgono alla vita il suo senso”. “Dio solo – aggiunge – può dare la pienezza e la gioia dell’esistenza”.

Da parte sua, l’arcivescovo Rowan Williams sottolinea che “dappertutto sembra che il sospetto fra le comunità di fede, di razze o nazioni, sia cresciuto, incoraggiato da tutti coloro che vivono nella paura o che amano il potere”. “Nelle società sviluppate – aggiunge – c’è molto cinismo verso tutte le autorità e tutti gli ideali”. Per poi affermare che “abbiamo bisogno di fiducia, come abbiamo bisogno dell’aria fresca. Il nostro mondo manca sempre di più di respiro e d’aria a causa del sospetto, del dubbio, della disperazione”. “E’ dello Spirito di Dio, del Soffio Santo di Dio, che abbiamo bisogno – sottolinea il dottor Rowan Williams – per considerarci gli uni gli altri con uno sguardo nuovo e fiducioso”.