Profonda preoccupazione viene espressa dal Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione) in riferimento alla scelta del governo di cancellare, con il comma 3 dell’articolo 29 della manovra, gli aiuti diretti all’editoria. Il governo non può non sapere precisa il Copercom in una nota diffusa oggi che la decisione di azzerare i sostegni economici alla data del 31 dicembre 2014, equivale a una stangata insopportabile per moltissime voci libere del nostro Paese. Per tante testate sarà una vera e propria condanna alla chiusura che neppure la generosità del volontariato e i sacrifici dei diversi mondi di riferimento potrà evitare. In particolare il pensiero va a tutti quei giornali di idee che svolgono un servizio per l’espansione e il consolidamento della democrazia partecipativa e a quelle testate che esercitano una preziosa azione di presidio territoriale. In questo ambito prosegue il Coordinamento – spiccano anche cooperative e aziende no profit, il cui ruolo non può essere in alcun modo surrogato dal libero mercato che non intende farsi carico di queste esigenze sociali. Per questo si giustifica ampiamente un intervento dello Stato, come già definito nella legge istitutiva 250 del 1990, pur nella consapevolezza dei sacrifici che vengono oggi richiesti a tutti i cittadini. Un intervento rigoroso, dunque, esigente e trasparente. Sicuramente non di natura assistenziale, o peggio di impronta neo clientelare o addirittura di sostegno alle caste. Un intervento che escluda privilegi e che sia compatibile con le risorse dello Stato. Per queste ragioni conclude il Copercom si attendono dal governo Monti una sollecita assunzione di responsabilità e dal sottosegretario all’editoria Carlo Malinconico un’iniziativa qualificata e incisiva. (Sir)