Prato

Svolta storica, Roberto Cenni è sindaco

Roberto Cenni si è affermato al ballottaggio come sindaco di Prato: una vittoria storica, per il centrodestra in città. Alla guida della Provincia Lamberto Gestri, sostenuto dal centrosinistra, ha invece prevalso su Cristina Attucci.

Il segreto e la sfida di una vittoria

«Il sindaco che unisce». In questo sintetico messaggio sta, in gran parte, il segreto della storica vittoria di Roberto Cenni – primo sindaco non di sinistra dal dopoguerra – e la sfida che ora ha davanti. Infatti, quella che all’inizio sembrava una mossa tutta da verificare si è rivelata una strategia studiata e indovinata, perlopiù corrispondente all’indole di un personaggio per carattere alieno allo scontro ideologico e alle polemiche. «I problemi – ha ripetuto anche dopo la vittoria il nuovo sindaco – non sono né di destra né di sinistra, sono problemi e basta e vanno risolti». La provenienza dalla società civile, l’autonomia dai partiti che lo sostenevano, il ragionamento pacato, la capacità di fiutare e poi interpretare il cambiamento che la città sempre più chiedeva, il rifuggire le estremizzazioni, riuscendo a contenere anche le spinte contrarie che talora provenivano dalla propria compagine, spiegano molto della vittoria. C’è un aspetto che in queste settimane è stato poco o punto sottolineato e che pure, a nostro parere, è stato decisivo: Cenni, fin dall’inizio, ha tenuto fuori dalla campagna elettorale la sua azienda e il suo lavoro. L’essere imprenditore è rimasto un dato implicito, il successo negli affari ha influito nell’immagine complessiva, certo, ma né l’uno né l’altro sono stati utilizzati, né tantomeno strumentalizzati, come fattori puramente elettorali. Il rischio che la sua apparisse come una candidatura «berlusconiana» è stato fugato fin da subito. Insomma, la prima iniziativa della campagna elettorale, ovvero le fotografie in piazza duomo tra la gente, che ai più sembrò puro marketing elettorale è stata invece la cifra di tutto l’impegno di questi intensi mesi prima del voto e tra il primo e il secondo turno. Tra la gente c’è stato, come sempre ha fatto, anche Massimo Carlesi. Ma lui è stato, da molti, identificato con la classe dirigente che ha governato, benché la sua candidatura fosse nata dal basso. La sfida, ora che Cenni ha vinto, è proprio quella di stare tra la gente da sindaco, non più da candidato, interpretando i bisogni e le aspirazioni di una città in grave affanno e traducendo nei fatti il cambiamento evocato. Una vittoria così di misura esige in ogni modo, pur nella inevitabile dialettica, che la nuova maggioranza e la nuova opposizione sappiano far fronte comune ai problemi della città. Governare non sarà semplice, perché Prato, lo sappiamo, vive una crisi epocale. Ma anche perché il nuovo sindaco dovrà fare i conti con un sistema di governo consolidato in decenni senza soluzione di continuità; dovrà saper cambiare profondamente – come ha annunciato – senza mortificare le risorse che ci sono e dovrà saper valorizzare le non poche eredità positive che si trova a raccogliere dalle Amministrazioni passate; dovrà anche saper tenere a freno le spinte più estremiste presenti tra chi lo ha sostenuto cercando di dare così omogeneità e coerenza a un’alleanza che va dall’Udc, alla Lega e alla Destra. Quel che è certo è che, se la democrazia è fatta di alternanza, la maggioranza degli elettori ora ha deciso di provarla. Sull’altro fronte, quello del centrosinistra, che poi è dire del Pd, si apre ora una fase delicatissima e travagliata. Massimo Carlesi, che è stata la prima grande novità di questa campagna elettorale, ha saputo interpretare il meglio di quella tradizione ma non è bastato, a fronte di un partito in cerca ancora di una propria identità e di una sinistra in dissoluzione (si pensi a Rifondazione e ai Comunisti italiani). D’altra parte – come si sostiene pressoché unanimemente nel centrodestra – se non ci fosse stato lui come concorrente, Cenni avrebbe probabilmente vinto perfino al primo turno. Le cause della sconfitta del centrosinistra meriterebbero analisi più approfondite e vanno indietro negli anni. È chiaro che lo scontento in città si era fatto sempre più palpabile. Ma Carlesi ha pagato anche il forte astensionismo di sinistra – un fenomeno che si era affacciato la prima volta alle politiche dello scorso anno – e soprattutto è stato danneggiato dalle divisioni interne al Pd: è un segreto di pulcinella che settori non marginali del partito non siano riusciti a digerire la candidatura di un uomo estraneo all’apparato (e per giunta cattolico) nemmeno di fronte al rischio concreto di perdere il Comune. Così ora, quel che non ha potuto un serio tentativo interno di rinnovamento, probabilmente riuscirà al fattore esterno e dirompente di un’epocale sconfitta elettorale. A Lamberto Gestri, nuovo presidente della Provincia, che ha saputo imporsi seppur di misura, spetta il compito non facile di districarsi in questa complicata situazione del Pd: di fronte ad una città che ha dato segnali forti di rinnovamento, deve saper rifuggire o almeno contenere le voglie di rivalsa e soprattutto le richieste di «salvezza» di tanti esponenti e amministratori in cerca di nuovi approdi dopo il naufragio del Comune. Sarà interessante anche capire come Gestri e Cenni sapranno collaborare, pur partendo da due fronti diversi: un loro proficuo rapporto è indispensabile per il futuro di questo territorio. Molto dipenderà anche dalla scelta degli assessori e dalla capacità di governare tutti i loro consiglieri. Anche per questo a entrambi, come ai nuovi sindaci dei Comuni della Valle, già al lavoro, alle loro squadre di governo e a tutti i consiglieri comunali, provinciali e di circoscrizione, vanno gli auguri di un servizio buono e vero per il bene di tutti i cittadini. Gianni Rossi

Gli auguri del Vescovo agli eletti: «Prevalga lo spirito del 28 febbraio»

All’indomani del ballottaggio per il Comune e la Provincia di Prato, che ha completato l’assetto istituzionale degli enti locali nel cui territorio opera la Diocesi di Prato, il Vescovo mons. Simoni ha rivolto un pubblico messaggio di auguri agli eletti. Eccone il testo integrale.

«Mons. Simoni esprime i suoi sentimenti augurali – da Vescovo e da amico – al nuovo Sindaco di Prato Roberto Cenni e al nuovo Presidente della Provincia Lamberto Gestri, mentre estende gli auguri ai Sindaci confermati di Vaiano, Annalisa Marchi, di Cantagallo, Ilaria Bugetti, e di Vernio, Paolo Cecconi, nonché a quanti sono stati eletti nel Consiglio provinciale e nei Consigli comunali e circoscrizionali e a coloro che sono già stati chiamati o lo saranno a breve a compiti di responsabilità nel governo dei nostri Enti locali. Un saluto cordiale al tempo stesso a Massimo Logli e a Marco Romagnoli e anche a chi ha ricoperto incarichi pubblici, di governo e di opposizione, negli ultimi anni. Un uguale saluto a Massimo Carlesi e a Cristina Attucci.«In linea con gli interventi e l’impegno profusi da oltre un anno allo scopo di aiutare la nostra società a una reale unità d’intenti – necessaria ieri e oggi – per rendere meno dolorosa e più breve possibile la crisi economica in atto, il Vescovo auspica che resti o ritorni vivo in tutti lo spirito (quello autentico e sincero) della manifestazione unitaria del 28 febbraio. Al riguardo non verrà meno la sua disponibilità a collaborare per il bene comune del popolo pratese, come non verrà meno la sua parola sia sulle gravi questioni della bioetica, della famiglia e della pace nel mondo, sia in difesa dei più deboli e abbandonati, pratesi o immigrati, e vicini o lontani che siano.«Il Vescovo infine ringrazia quanti gli hanno manifestato a voce o per scritto la propria solidarietà di fronte a palesi contraffazioni e a interpretazioni malevole e anche calunniose di alcune sue parole pronunciate la sera del Corpus Domini. «Su tali argomenti sarà utile ritornare con calma, prima o poi, soprattutto al fine di offrire un ulteriore contributo alla formazione di vere coscienze cristiane su tutti i grandi problemi etico-sociali d’oggi alla luce dell’ “intera” dottrina sociale della Chiesa, nella quale si coniugano l’esperienza e la ragione umana e l’insegnamento perenne del Vangelo».+ Gastone Simoni, Vescovo