Italia
Sulle orme di La Pira, cinquant’anni dopo
di Riccardo Clementi
«Ciò che avvenne dall’incontro fu sempre dono sorprendente della Grazia». Con queste parole Padre Peter Hughes sacerdote anglicano e monaco camaldolese che vive all’omonimo eremo da anglicano, accolto nel monachesimo della Chiesa cattolica, senza che ne sia riconosciuto il presbiterato si riferiva al rapporto con Pino Arpioni, fondatore dell’Opera per la Gioventù Giorgio La Pira, che nel ’79 cominciò la propria attività di dialogo internazionale con la Chiesa anglicana di Londra. Una frase che è compimento di una profezia: da allora, infatti, l’Opera La Pira, associazione di laici fedeli che da oltre mezzo secolo si impegna per la formazione integrale dei giovani e per la riconciliazione tra i popoli ispirandosi alle tesi lapiriane dell’unità dei cristiani e della pace di Gerusalemme, ha camminato tanto lungo il sentiero di Isaia edificando ponti e abbattendo muri che, a volte, pareva impossibile anche solo scalfire.
Da quel lontano ’79 tanti viaggi, amicizie e incontri confluiti nell’appuntamento del Campo Internazionale, che da una ventina d’anni nel mese di agosto riempie il «Villaggio La Vela» di giovani italiani, russi, israeliani, palestinesi ed africani di culture e religioni diverse cristiani cattolici ed ortodossi, ebrei e musulmani che nel dialogo e nella conoscenza si arricchiscono vicendevolmente perché, per tornare a Padre Peter, «noi esseri umani abbiamo bisogno l’uno dell’altro per intravedere il divino nel nostro presente».
Con questa prospettiva, animati da un sincero spirito di comunione, ci siamo recati in Russia dall’8 al 15 novembre per commemorare due ricorrenze particolari: il cinquantesimo anniversario del primo viaggio del prof. La Pira nell’allora Unione Sovietica, nel 1959, e il venticinquesimo di quello dell’Opera La Pira nel 1984. Un gruppo composto da venti giovani (nella foto, in piazza Rossa, a Mosca) accompagnati dal vicerettore del Seminario di Firenze, nonché responsabile della pastorale giovanile dell’Arcidiocesi fiorentina, don Alessandro Lombardi, dal vicepresidente della «Fondazione La Pira», Giulio Conticelli e dal vicepresidente dell’Opera La Pira, Dino Nardi che non si sono limitati a celebrare degli anniversari, ma piuttosto hanno cercato attraverso l’amicizia e l’incontro di insistere sulla via tracciata da La Pira. Allora c’era da abbattere un muro, quello di Berlino, il cui ventesimo della caduta è stato celebrato proprio il 9 novembre, e da liberare un Paese dal cadavere dell’ateismo, come lo stesso La Pira ebbe l’ardire di pronunciare davanti al Soviet supremo.
Oggi c’è da sfidare, con la forza dell’amore e del dialogo, la superficialità dettata dall’opulenza, la diffidenza partorita dall’egoismo, la paura figlia di troppi odi e guerre che ancora affliggono il mondo. Noi ci proviamo. Lo facciamo partendo dalla nostra fede, riassunta nelle parole di La Pira: «Signori, io sono un credente e possiedo dunque quella che scientificamente si dice una ipotesi di lavoro. Io credo nella presenza di Dio nella storia e nella forza storica della preghiera». Ecco perché, anche in Russia, ogni nostra giornata cominciava con la preghiera: «se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno» (Salmo 126).
Da lì, dalla forza silenziosa e tenace della preghiera, sgorga la Grazia con i suoi straordinari doni: e così eccoci il 10 novembre al «Mgimo», Università delle relazioni internazionali di Mosca, per un convegno ufficiale sulla figura di La Pira (vedi diarioGli steccati che ci dividono non raggiungono il cielo». Ne siamo convinti. Siamo stati in Russia per questo. Proseguiremo sulla via intrapresa per la stessa ragione. Spes contra Spem.
Lunedì 9, Mosca. Visita al monastero di Novodevicij; nell’attiguo cimitero deponiamo una rosa sulla tomba di Krusciov che, dopo aver attuato repressioni contro i cristiani, in punto di morte chiese alla moglie di essere sepolto nel cimitero cristiano e di salutarle il prof. La Pira che più volte gli aveva scritto. Ci dirigiamo in Piazza Rossa, visita a S. Basilio; poi Messa alla chiesa cattolica di San Luigi dei Francesi insieme alla comunità, leggendo la Parola di Dio in doppia lingua.
Martedì 10, Mosca. Nel pomeriggio si svolge l’incontro ufficiale «Riflessioni in occasione del 50° anniversario del primo viaggio in Russia del Prof. La Pira» presso la Sala conferenze del Mgimo: intervengono il Nunzio apostolico della Santa Sede a Mosca mons. Antonio Mennini, il Segretario per i rapporti intercristiani del Patriarcato di Mosca, Padre Igor Vyzhanov, il vicepresidente dell’Opera La Pira, Dino Nardi, il vicepresidente della Fondazione La Pira, Giulio Conticelli, il Responsabile dell’Associazione Euroatlantica, Evgenj Silin, alcuni giovani russi e italiani.
Mercoledì 11, Mosca: Visita al Cremlino. Nel pomeriggio ci rechiamo al monastero di San Danilov, sede del Dipartimento relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Veniamo ricevuti nella sala incontri. È ricordato con gratitudine La Pira. Doniamo al Patriarcato una riproduzione dell’Annunciazione della Santissima Annunziata a Firenze, che La Pira consegnò alle autorità nel 1959.
Giovedì 12, Mosca: Pellegrinaggio a Serghiei Posad, a circa 70 km da Mosca. Visitiamo il Monastero e preghiamo sulla tomba di San Sergio di Radonez, santo venerato da tutti i cristiani. Pranziamo presso l’Accademia teologica che poi visitiamo.
Venerdì 13. Arrivo in una S. Pietroburgo innevata. Siamo ospiti del Seminario cattolico. Nel pomeriggio ci rechiamo presso le Suore domenicane: Messa celebrata da don Alessandro Lombardi e testimonianza delle Suore. In serata incontro con i giovani della parrocchia cattolica di Santa Caterina, che frequentano il Campo Internazionale.
Sabato 14. Visita al centro di San Pietroburgo: cattedrale di San Salvatore sul Sangue Versato, cattedrale di S. Isacco. A Puskin visita alla residenza estiva degli zar. A pranzo siamo ospiti della parrocchia ortodossa di Santa Sofia. Visita alla chiesa di San Teodoro. Ceniamo insieme al sacerdote ortodosso Sergio, al diacono Ilia, ad alcuni seminaristi e a Kyrill, collaboratori di Markel, vescovo ausiliare del Metropolita di San Pietroburgo, legato da profonda amicizia con Pino Arpioni. Consegniamo anche a loro riproduzione dell’Annunciazione della Santissima Annunziata a Firenze.
Domenica 15. San Pietroburgo: visita alla cattedrale della SS. Trinità, alla Fortezza di S. Pietro e Paolo, alla tomba del Metropolita Nikodim, grande figura per il dialogo tra le Chiese cristiane. Celebriamo Messa presso la parrocchia cattolica di Santa Caterina. Rientro a Firenze.