Toscana
Sulla sanità toscana incombe l’Sds
A dissipare le perplessità non c’è riuscito neanche il dibattito in Consiglio regionale. Nelle intenzioni della Giunta, la Società della salute, da adottare in via sperimentale secondo il Piano sanitario regionale 2002-2004, dovrebbe rappresentare una nuova soluzione organizzativa ai problemi del sistema sociosanitario in Toscana. L’avvio della sperimentazione sarà caratterizzato da quattro punti fondamentali: la garanzia della qualità e l’appropriatezza dei servizi, il controllo e la sicurezza dei costi, l’universalismo e l’equità dell’offerta, l’imprenditorialità no profit.
Al governo delle Società della salute parteciperanno, secondo il progetto della Regione, diversi soggetti della società toscana, non solo i Comuni e in particolare i sindaci, ma anche le Aziende sanitarie locali, il volontariato, il Terzo settore, le Ipab, gli enti privati che, previa convenzione, saranno ammessi a collaborare. Lo scopo, e non potrebbe essere altrimenti, è quello di dare una svolta ai servizi sociosanitari favorendo il diritto alla salute dei cittadini toscani e a una qualità della vita dignitosa.
Nel dibattito sui contenuti della delibera Marco Carraresi (Udc) ha spiegato che «quanto portato in discussione non corrisponde a quanto stabilito con le parti sociali» e ha concluso che dalla «sperimentazione della Società della salute, c’è da temere per la tenuta del sistema sanitario e sociosanitario toscano perché già ora siamo in presenza di un ospedale che dimette frettolosamente (è solo colpa dei Drg?) e di un territorio che non accoglie tempestivamente».
Di parere contrario Alessandro Starnini (Ds) secondo il quale il rinvio non servirebbe ad appianare le diverse opinioni. Nino Frosini (Comunisti italiani) ha fatto riferimento a un comunicato della Cgil e ha invitato a non sottovalutare quanto richiesto dal sindacato perché «questo testo non corrisponde a quello che doveva essere». Dello stesso parere Mario Ricci (Rc).
Nel botta e risposta tra maggioranza e opposizione è intervenuto Enrico Rossi, assessore regionale al Diritto alla salute, che ha rimandato al mittente le accuse avute da più parti, affermando che «l’argomento è in discussione e all’attenzione del Consiglio regionale da almeno due anni» e che «quindi è arrivato il momento di scrivere la parola fine» rilevando altresì che «le Società della salute non dovranno fare gestione ma governo dei servizi sociosanitari». Rossi si è detto disposto a fare qualche piccola modifica o integrazione «se ciò deve servire a sbloccare l’impasse».
È un passo indietro, secondo Franco Banchi (Udc), che riporta ai vecchi difetti: grandi proclami, pletora di soggetti coinvolti negli organi di governo e consultivo con connotati più legati all’assemblearismo che all’efficienza aziendale». Tanti interventi pro e contro con un solo risultato: si va avanti.
Dopo Asl, distretti, zone e tante altre parole il glossario della sanità toscana si arricchisce di un nuovo termine: Società della salute. Resta da verificare quali saranno dopo tante polemiche i concreti benefici per gli assistiti.