Toscana
Suicidio assistito, sì alla legge. Lojudice: «Sconfitta per tutti»
La nota del presidente dei vescovi toscani dopo il voto favorevole del Consiglio regionale
La Toscana è la prima regione in Italia ad avere una legge sul suicidio assistito. Il «sì» definitivo è arrivato oggi in Consiglio regionale dopo due giorni di dibattito. Una legge che nel corso del dibattito ha cambiato aspetto in alcuni punti fondamentali, a partire dal titolo. Non si chiama più «Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito», come recitava la proposta presentata dall’associazione Luca Coscioni (la stessa già bocciata in altre regioni italiane). Con un emendamento il titolo è diventato più «asettico»: «Modalità organizzative per l’attuazione delle sentenze della Corte costituzionale 242/2019 e 135/2024». Con virtù camaleontiche si è voluto mimetizzare il vero tema e depotenziare l’impatto ideologico.
Dura la presa di posizione del cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena e vescovo di Montepulciano nonché presidente della Cet, appresa la notizia dell’approvazione. «Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque – ha sottolineato il cardinale -. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto». «Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti» ha concluso Lojudice.