Politica & società

Suicidio assistito, questa legge è una sconfitta per tutti

L'editoriale del direttore di Toscana Oggi Domenico Mugnaini

Un momento del dibattito in Consiglio regionale

Una pessima immagine quella data dal Consiglio regionale della Toscana con l’approvazione della legge sul fine vita. Per essere più precisi l’immagine che esce con questa legge, qualcuno ora la definisce «un provvedimento amministrativo», giusto per provare a mitigarne l’impatto, è quello della politica del terzo millennio dove la cosa più importante è salvare il proprio posto al sole, cioè nella prossima Assemblea regionale.

Non importa se per far questo, ossia obbedire ai diktat del partito di turno, in questo caso il Pd, si va contro i propri principi personali, costretti ad arrampicarsi sugli specchi per cercare di giustificare il voto a favore.

Da martedì scorso è partita ufficialmente la campagna elettorale del Partito democratico, di Italia Viva, del Movimento 5 stelle, e di qualche esponente dell’opposizione che doveva dare un segnale di apertura verso la così detta società civile. Come se l’Associazione Coscioni, guidata da Marco Cappato, rappresentasse tutta la Toscana. Cosa, questa che, siamo sicuri, non è.

Di certo quando gli elettori andranno al voto si troveranno di fronte a scelte non facili. La Toscana si è sempre vantata di essere il primo Stato ad aver abolito la pena di morte (grazie al Granduca Pietro Leopoldo nel 1786).

Ora sarà la prima, e per ora unica, ad avere una legge sul suicidio assistito. Speriamo almeno che si smetta di esaltarsi in ogni occasione ricordando una scelta di due secoli fa.

Ora i cristiani dovranno scegliere tra Pd, Iv e non solo, che hanno approvato la legge e altre forze politiche che certo non brillano per vicinanza ad altri principi della Chiesa ma che per lo meno questa volta hanno detto chiara la propria opinione.

Speriamo che a sinistra, l’unica consigliera che ha detto no, sia ricandidata da Elly Schlein. Se così non fosse si dimostrerebbe che i cattolici davvero in quel partito non contano niente.

E ci sono altre cose che ci indignano: il fatto che i soldi per la copertura di questa legge sembra siano stati cercati nel capitolo sulla disabilità – altra dimostrazione che la cultura dello scarto, come la chiama papa Francesco, continua a prevalere -.

Non solo: la sua approvazione è avvenuta proprio l’11 febbraio, giorno nel quale i cattolici ricordano la prima apparizione di Lourdes e che la Chiesa ha dedicato a tutti i malati. Una parola che qualcuno forse vorrebbe eliminare dal vocabolario della Toscana magari con una prossima legge che tagli ancora la sanità e quindi quelle cure palliative che sulla carta si è detto di voler incrementare.

Come ha detto il presidente dei vescovi toscani, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, «sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti».

Sarà bene se lo ricordino i consiglieri regionali e soprattutto gli elettori.