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SUDAN, DARFUR: ONU APPROVA NUOVA RISOLUZIONE PER INVIARE ‘CASCHI BLU’

È stato approvato l’invio di una forza internazionale di pace in Darfur, la regione occidentale sudanese teatro dal febbraio 2003 di un conflitto interno. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha accettato la bozza di risoluzione presentata nei giorni scorsi da Stati Uniti e Inghilterra con 12 voti a favore e 3 astensioni: Russia, Qatar (unico paese arabo del Consiglio) e Repubblica Popolare Cinese, il cui governo ha forti legami con quello sudanese. L’ambasciatore inglese all’Onu Emyr Jones Parry, aveva fatto sapere ieri che il nuovo testo è stato “leggermente emendato” rispetto a quello presentato la scorsa settimana – che prevedeva l’invio di circa 17.000 ‘caschi blu’ in sostituzione dei 7.700 soldati dell’Unione Africana (Ua) attualmente in Darfur – proprio per tenere conto delle precedenti obiezioni del governo di Khartoum.

Secondo il nuovo documento, in aggiunta ai 10.000 caschi blu della Missione dell’Onu in Sudan (Unmis), dislocata dallo scorso anno in Sud Sudan per garantire il rispetto degli accordi di pace che hanno messo fine al ventennale conflitto tra nord e sud del paese, potranno essere dispiegati altri 13.000 uomini, tra soldati e poliziotti, nel Darfur.

Il documento chiede inoltre un’immediata iniezione di supporto aereo e di aiuti nei settori della logistica e delle comunicazioni alla missione dell’Unione Africana attualmente dispiegata sul territorio. L’eventuale dispiegamento dei caschi blu – la risoluzione approvata oggi prevede solo la creazione della forza e subordina (come consuetudine) il dispiegamento della missione all’accettazione del governo sudanese – in Darfur non potrà avvenire prima di ottobre, visto che il mandato della missione africana scadrà solo il 30 settembre.

In base alle informazioni finora disponibili, il mandato della missione Onu in Darfur dovrebbe comprendere: indagini sulle violazioni dell’accordo di pace siglato lo scorso 5 maggio tra il governo di Khartoum e uno solo dei gruppi ribelli in attività; istituzione di zone demilitarizzate attorno ai campi degli sfollati; monitoraggio dei gruppi armati lungo il confine con il Ciad e la Repubblica Centrafricana; programmi di disarmo; sostegno alle forze di polizia e alla magistratura locali; coordinamento del rientro volontario di rifugiati e sfollati. In base al capitolo sette della Carta dell’Onu, l’Unmis sarà autorizzata a “usare tutti i mezzi necessari” per proteggere il personale e le risorse dell’Onu, prevenire violazioni dell’accordo di pace e minacce contro i civili.Misna