Toscana

Su fede e cultura la riflessione dell’Ac

di Nicola SangiacomoIl convento di San Marco a Firenze, tanto caro a Giorgio La Pira, ha ospitato una giornata d’approfondimento su Fede e cultura, promossa dall’Azione cattolica toscana: verità, libertà, scienza, coscienza hanno illuminato un tema fondamentale per la riflessione cristiana di ogni tempo. Con gli interventi di monsignor Diego Coletti e del professor Piero Tani è proseguito così il percorso di avvicinamento al Colloquio annuale che quest’anno avrà come tema «Fede, ragione e scienza» e che si svolgerà a Pisa il prossimo 28 marzo.

Il vescovo di Livorno ha analizzato la relazione che esiste nel pensiero cristiano tra verità e libertà, sintetizzata nella frase evangelica «La verità vi farà liberi», per evidenziare che sulla tensione bipolare che emerge da questo rapporto si basa lo sviluppo di una cultura. Si può affermare che dove c’è verità c’è assenso oggettivo e dove c’è libertà c’è scelta soggettiva. «Nella cultura occidentale dominante – ha proseguito Coletti – s’intende la libertà come la massima assenza di condizionamenti e la possibilità di perseguire il massimo possibile del benessere individuale»; nella fede cristiana, invece, la verità centrale non è un principio astratto, ma una persona vivente, Gesù Cristo, ovvero la mossa imprevedibile di Dio. La verità, quindi, nel pensiero cristiano è il risultato di un incontro, si presenta come inesauribile, non schematizzabile in modo definitivo. In questa prospettiva, per un dialogo tra le culture, monsignor Coletti chiede di uscire dall’alternativa secca tra relativismo e intolleranza che caratterizza la cultura attuale.

La verità, quindi, non può essere concepita né come un punto geometrico, che può essere attraversato indifferentemente in tutte le direzioni (relativismo), né come una sfera all’interno della quale è compreso tutto in modo definitivo (intolleranza), senza possibilità di variazioni successive, ma come un’iperbole dai confini precisi ma aperta all’infinito, rivolta ad una dimensione della verità mai chiusa su se stessa.

Il professor Tani, economista dell’Università di Firenze, ha offerto la sua riflessione sul binomio scienza e coscienza, due termini che ha definito particolarmente cari alla sua formazione. Il docente ha sostenuto che la scienza chiama in causa la coscienza nel momento in cui si decide su cosa sviluppare la ricerca scientifica. Occorre tenere presente che, in un mondo in cui le risorse sono limitate, i principi economici spesso indicano quali sono le ricerche realizzabili. In questo senso la ricerca scientifica – ha proseguito il professore – si intreccia con i principi economici che la indirizzano: questo può essere rischioso quando l’interesse economico contrasta con la ricerca del bene comune. Ha comunque voluto affermare la ricerca di base non può essere abbandonata, perché risulta necessaria allo sviluppo della ricerca applicativa, spesso privilegiata per motivi economici. Oggi la ricerca scientifica non è più considerata pregiudizialmente in contrasto con la fede: si è fatta strada l’opinione che la salvezza di Dio si serve anche delle «salvezze» a cui si riesce ad arrivare con la scienza. Il docente fiorentino ha poi concluso sostenendo l’analogia che esiste tra disuguaglianza sociale e disuguaglianza di conoscenza: entrambe aggravano lo squilibrio di condizioni esistenti nel mondo.

L’incontro si è concluso con l’intervento del delegato regionale dell’Ac Enzo Cacioli che, ricordando il programma del Progetto Cittadinanza, ha dato appuntamento al 28 marzo a Pisa quando, nell’ambito del Colloquio annuale, interverranno il teologo Dianich, il vescovo Sorrentino, i professori Casavola, Galleni e Monticone.DI NICOLA SANGIACOMO

GIOVANI E POLITICA, A LUCCA CONVEGNO REGIONALE DI PASTORALE GIOVANILE

Tra fede, ragione e scienza è tempo di riconciliazione

In Sicilia il convegno per il centenario