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Striscia di Gaza: p. Romanelli, «una settimana di preghiera per la pace. Chiediamo a tutti di unirsi a noi»
Sette giorni di preghiera e di adorazione eucaristica per chiedere il dono della pace e della riconciliazione: è l'iniziativa lanciata ieri dalla parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza, guidata dal sacerdote di origini argentine, padre Gabriel Romanelli.
Per tutta questa settimana i circa 120 fedeli che compongono la comunità, insieme ad altri cristiani delle denominazioni presenti nella Striscia (circa mille in totale, su due milioni di abitanti gazawi) si alterneranno davanti al Santissimo per l’adorazione eucaristica e per la recita del Rosario. Ieri la prima giornata con diverse famiglie e bambini che si sono radunate, a turno, per 5 ore, nella cappella della casa delle suore del Rosario e in chiesa. A spiegare al Sir l’iniziativa è lo stesso padre Romanelli: «La proposta di avviare questa Settimana di preghiera è arrivata dalle nostre suore del Rosario. Un’idea molto bella che abbiamo subito messo in pratica. Abbiamo distribuito degli avvisi in arabo per avvertire quanta più gente possibile, fedeli, associazioni e gruppi. Ieri sera abbiamo aperto la preghiera per rispondere all’appello di Maria di pregare per la riconciliazione nel mondo. Ogni giorno pregheremo per la pace ma con una intenzione particolare, per le famiglie e i giovani, per i defunti di tutte le guerre, per la fine del terrorismo e delle armi». «Ti offriamo Signore, dal profondo del nostro cuore, questo momento difficile per la nostra Chiesa e per la nostra Nazione» hanno pregato i fedeli ieri sera chiedendo a Dio di «illuminare i cuori di coloro che governano le Nazioni perché le guidino al raggiungimento della pace per tutti i popoli della terra». «Sono risuonate – aggiunge padre Romanelli – preghiere per chiedere il dono di una pace giusta e di liberare i popoli dalla sventura dell’inimicizia, della separazione e delle lotte interne».
Dalle famiglie si è alzata la preghiera per «i feriti e i caduti a causa di azioni disumane di odio, per i bambini e i giovani, per gli anziani e gli innocenti di ogni conflitto. Abbiamo pregato – ha affermato il parroco – per la guarigione dei loro corpi e dei loro cuori. Il Signore rimuova dai cuori e dalle anime l’odio e il desiderio di vendetta». Particolarmente significativa la preghiera «per i terroristi – a qualunque gruppo essi appartengano – sia che agiscano individualmente o come gruppi, e per gli eserciti ‘regolari’, affinché la forza che mettono nel male, la riversino per fare del bene, iniziando percorsi di pace, di bene, di rispetto per tutta la vita umano, e riconoscere il valore unico di ogni persona indipendentemente dalla sua religione, dalle sue origini, dal suo patrimonio culturale o dal suo stato materiale. Ti chiediamo, Signore, di garantire la pace e la fine del terrorismo e delle guerre».
«Chiediamo a tutti i fedeli italiani e del mondo di unirsi alla nostra preghiera per la pace, dedicando nelle loro chiese e comunità parte del loro tempo», sottolinea p. Romanelli che da giorni ormai, dall’inizio cioè degli scontri a Gaza, non ha mai smesso, con la sua comunità, di chiedere al mondo preghiere per la pace. L’avvento della tregua tra Jihad islamica e Israele, che sembra tenere per quanto fragile, è stata salutata dai cristiani gazawi come «un miracolo. Continuiamo a pregare!», ribadisce il sacerdote. Intanto la situazione nella Striscia sembra essere calma. «Le scuole sono state riaperte e gli alunni – dice il parroco – dovranno recuperare con il lavoro i giorni persi la settimana scorsa a causa delle bombe e dei razzi. Ci attende un duro lavoro ma con l’aiuto di Dio riusciremo nell’intento».