La cannonata di un carro armato israeliano del tipo Merkava avrebbe ucciso stamani non meno di 12 persone – soprattutto civili – nel nord di Gaza. E’ una delle poche notizie riferite nelle ultime ore da testimoni oculari e fonti mediche palestinesi. Su diverse fonti di stampa internazionali circolano stamani versioni e bilanci poco dettagliati – in parte contrastanti – su quel che è effettivamente accaduto in nottata nella Striscia di Gaza dopo l’invasione terrestre compiuta dalle forze israeliane poco più di 12 ore fa, attraverso più punti del confine, da due a quattro, a quanto pare soprattutto nel nord della Striscia. Tentare di comporre un quadro attendibile del modo in cui l’operazione procede – in assenza di testimoni oculari indipendenti dai luoghi dei primi scontri tra militari israeliani e uomini di Hamas si presenta come impresa molto ardua. Fonti militari israeliane ammettono 30 feriti, due dei quali gravi, e sostengono di aver sterminato decine di nemici; per Hamas, che non riferisce di sue perdite, le vittime israeliane sarebbero nove oltre a numerosi feriti; stamani la radio del movimento ha anche dato notizia della cattura di due soldati israeliani, notizia non confermata da Israele. Circolano anche altre notizie su bombardamenti israeliani intensi a Rafah, spostamenti di truppe israeliane da nord verso il centro della Striscia e altri particolari tutti impossibili da verificare. A giudicare dalle fiamme e dalle nubi e colonne di fumo inquadrate da lontano, fin dall’alba, su parte della Striscia di Gaza dai teleobiettivi dell’emittente televisiva araba al Jazira’, sia gli scontri di terra che le decine di incursioni aeree hanno fatto vivere alla gente comune un’altra notte d’inferno -con almeno una vetina di vittime anche tra civili – il cui senso continua a non apparire affatto chiaro, nonostante le ripetitive affermazioni dei portavoce israeliani e i forti incitamenti alla lotta sul fronte palestinese. Almeno nove razzi sono ancora caduti stanotte in territorio israeliano senza colpire persone nè provocare apprezzabili danni. Se scopo principale dell’invasione di terra era , come dichiarato da Israele, fermare i razzi, l’obiettivo non sembra ancora raggiunto.A migliaia, tra cui molti aderenti al movimento Hizb ut-Tahrir’, ritenuto una formazione integralista, stanno manifestando oggi in Indonesia per condannare l’offensiva terrestre israeliana contro Gaza; alcuni chiedono anche al governo l’invio di soldati per lottare contro l’esercito israeliano. E’ l’ultimo e forse il più preoccupante aspetto della crescente ondata mondiale di proteste contro l’attacco israeliano cominciato dal cielo il 27 dicembre; l’ingresso delle truppe di terra sembra aver propagato le manifestazioni un po’ovunque. Non si contano più gli stati americani in cui già ieri, anche per la differenza di fuso orario, la notizia dell’operazione di terra ha alimentato nuove proteste. A Chicago, manifestanti si sono radunati nel South Side, vicino a Kenwood home, residenza del presidente-eletto americano Barak ObamaSusan Jensen, alla sua quarta dimostrazione per Gaza in pochi giorni, ha detto: La gente deve tenere gli occhi aperti…Obama non è una lavagna pulita perchè ha già preso chiare posizioni pro-Israele. Hank Brown, un residente del South Side ha invece sottolineato: Questo non è un messaggio per Obama; è per gli americani che non devono essere accondiscendenti su quel che sta accadendo a Gaza”. Secondo un sondaggio dei giorni scorsi, il 55% degli elettori del Partito democratico americano, quello di Obama, sono contrari all’offensiva israeliana. Un’altra grande manifestazione di protesta si è svolta al centro di New York, a Times Square. Anche la stampa africana tratta l’argomento: sulla sua edizione on-line di oggi, il quotidiano nigeriano This Day, dopo aver ricordato che dimostrazioni di massa si stanno svolgendo in tutto il mondo per protestare contro l’offensiva militare israeliana, ne segnala una nella città di Kano (nord della Nigeria a prevalenza musulmana) oltre che in diverse città europee, americane, arabe e nella stessa Israele, dove per la prima volta sono scese in strada decine di migliaia di arabi israeliani per chiedere la fine dell’offensiva. Il sitoweb “Electronic Intifada”, oltre a una cronaca continua sugli sviluppi dell’operazione militare, presenta una galleria di immagini della protesta mondiale per Gaza.Misna