Avevano lasciato le loro case per un luogo che pensavano più sicuro, le mura della scuola al-Fakhura, un edificio scolastico gestito dall’Onu: per almeno 42 civili palestinesi, soprattutto donne e bambini, sono stati fatali i colpi sparati da due carri armati israeliani o, come è stato anche detto, da aerei di Tel Aviv. La strage, compiuta nel campo profughi di Jabaliya, porta il bilancio ufficiale delle vittime palestinesi a oltre 600; un dato che fonti mediche palestinesi sentite dalla MISNA ritengono al di sotto di quello reale perché molti corpi sono rimasti in strada e perché molti feriti gravi non hanno potuto raggiungere uno degli ospedali di Gaza. Solo nella giornata di oggi, riferiscono fonti palestinesi, sono state almeno 26 le abitazioni civili colpite dall’aviazione israeliana o dai carri armati; sarebbero invece cinque i soldati israeliani che hanno finora perso la vita secondo le autorità di Tel Aviv che sostengono di aver ucciso oltre cento combattenti e di aver fatto numerosi prigionieri; un portavoce di Hamas, fornendo numeri diversi e più alti sulle perdite israeliane, ha anche aggiunto che un primo combattente si è fatto esplodere contro un carro armato. Combattimenti di terra, di cui non si conoscono ancora conseguenze e bilanci, sono in corso in diversi punti della Striscia, in particolare da stamani anche a Khan Younis, nel settore meridionale più vicino all’Egitto. E la guerra con tutta la sua crudeltà aveva detto detto nell’ultima cinversazione telefonica con la MISNA padre Musallam, unico sacerdote cattolico di Gaza la cui abitazione è stata colpita ieri. Fonti mediche palestinesi hanno detto alla MISNA che gli israeliani continuano a usare armi non convenzionali con effetti disastrosi sulla popolazione civile; a parte i morti, numerosi feriti presentano amputazioni e ferite gravi di natura anomala e inspiegabile. Mentre la guerra continua, la diplomazia, messasi lentamente in moto, non sembra aver ancora trovato la chiave giusta per per imporre una tregua e fermare l’avanzata israeliana, ufficialmente organizzata per bloccare i lanci di razzi palestinesi contro le città israeliane che in 10 anni avfrebbero fatto, secondo stime correnti, da 15 a 20 vittime. In attesa di una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che si riunirà nelle prossime ore per discutere proprio di Gaza, il presidente francese Nicolas Sarkozy dovrebbe raggiungere nuovamente l’Egitto per colloqui con il suo omologo Hosni Mubarak, al termine di un giro cominciato in Egitto che ha toccato anche Siria e Libano. Al Cairo, stasera, è anche previsto un incontro tra una delegazione di Hamas e i vertici dei servizi segreti egiziani.Misna