Toscana

Strage in Egitto, una pratese racconta come si è salvata

Il bilancio dei morti italiani è ufficialmente a quota sei, dopo il riconoscimento dei corpi di una delle due sorelle leccesi e della fidanzata di Sebastiano Conti. Ma si teme anche per la sorte di altri connazionali dei quali non si hanno notizie. Si è invece risolta positivamente giovedì pomeriggio la vicenda della famiglia lombarda (padre, madre e una figlia 13enne) della quale non si avevano notizie dai giorni immediatamente precedenti gli attentati. La famiglia non era a Sharm el Sheik come si credeva, ma in Tunisia e per questo non si era preoccupata di contattare i familiari in italia. A dare l’allarme era stata la sorella dell’uomo, che ha circa 60 anni.

La testimonianza di una pratese ferita«Mia figlia stava scegliendo delle cartoline quando ha visto un uomo salire in fretta su un’auto, premere con forza l’acceleratore e scaraventarsi verso la hall dell’hotel» (ma non ha precisato quale). Sono queste le prime parole di Carmine Salmita, padre di Roberta, la ventottenne pratese rimasta ferita negli attentati di Sharm El Sheikh, dette nel corso di un’intervista trasmessa ieri sera da Toscana Tv di Prato. Secondo il racconto dell’uomo, la ragazza si trovava poco distante dal luogo dell’esplosione e avrebbe visto l’attentatore compiere il folle gesto. I genitori, all’oscuro della tragedia, sarebbero stati avvertiti da alcuni amici nella serata di sabato e solo dopo sarebbero riusciti a mettersi in contatto con la figlia.

Roberta Salmita ha dato una versione in parte diversa da quella rilasciata dal padre e ricostruisce quegli attimi glissando però sui particolari riferiti invece dal genitore prima dell’esplosione. «Ero appena arrivata in un coffee shop e avevo da poco ordinato una bibita – racconta la giovane pratese – quando ho sentito la prima esplosione. Ho sentito un forte boato e ho pensato subito a scappare. Correvo senza sapere che stavo andando incontro alla seconda esplosione. Ad un certo punto ho sentito un’onda d’urto che mi ha travolto e mi ha scaraventato a terra. Quando sono riuscita ad alzarmi mi sono vista tutta piena di sangue… Credevo che non ce l’avrei fatta, che si sarebbero salvati tutti tranne me». «Alla fine sono riuscita a nascondermi in un pub sotterraneo, insieme a due inglesi e ad un arabo. Mi sono tolta i pantaloni e mi sono legata la gamba con la cintura. Poi è arrivata un’ambulanza, anche se aveva parcheggiato lontano perché non sapeva dove andare, così mi hanno dovuta portare in collo. In ambulanza con me c’erano tre egiziani in fin di vita… Quando ho aperto il finestrino ho visto che stavamo passando di fronte alla zona in cui ero caduta, ed in terra c’erano solo cadaveri. A quel punto ho capito che mi ero salvata». Le ultime parole di Roberta, infine, sono rivolte alle rappresentanze diplomatiche: «L’ambasciata non mi ha lasciato un attimo, sono stati tutti efficienti, non posso far altro che ringraziarli».

Lunedì 25 luglio. Con l’identificazione di Sebastiano Conti e quella della fidanzata Rita Privitera, tutti di Aci Castello (Catania) come il fratello di Sebastiano, Giovanni Conti e la moglie Daniela Maiorana, i primi due identificati, salgono a quattro i morti italiani nell’attentato di venerdì notte a Sharm el Sheik. Ma anche per le due sorelle leccesi, Paola e Daniela Bastianutti le speranze di ritrovarle in vita sono veramente minime. Anzi, per una delle due sembra che ci sia già stata l’identificazione del corpo.

«E’ accaduto ciò che temevamo…..». E’ stato questo il commento del ministro degli Esteri Gianfranco Fini raggiunto a Marina di Pietrasanta dalla notizia della identificazione di altri due italiani negli attentati di Sharm el Sheikh.

La Farnesina tiene comunque a sottolineare che «continuano a non emergere specifici elementi di preoccupazione per altri connazionali con i quali non è stato ancora ristabilito il contatto». E in serata Fini parlando alla Versiliana sui connazionali che non hanno ancora contattato le famiglie ha precisato che per dispersi il ministero intende solo coloro che si trovavano nel luogo degli attentati al momento dello scoppio delle bombe. «Si può essere ragionevolmente certi – ha spiegato Fini – che il numero dei dispersi sia quello già indicato». Ci sono italiani non ancora rintracciati, ma non erano alloggiati negli alberghi colpiti e si spera quindi che entro poco tempo possano dare notizie di sé ai parenti.

A questo proposito anche l’ambasciatore in Egitto Antonio Badini ha detto di escludere che vi possano essere cittadini di cui l’ambasciata e il ministero degli Esteri ignorano la presenza perché incrociando gli elenchi dei tour-operator alle segnalazioni di parenti e amici si é giunti ad una lista dei turisti presenti in Egitto molto affidabile.

Domenica 24 luglio. Con l’identificazione di Daniela Maiorana, moglie di Sebastiano Conti (entrambi di Aci Castello), sale a due il bilancio delle vittime italiane della strage di Sharm el Sheikh. Restano dispersi il fratello di Sebastiano, Giovanni Conti e la sua fidanzata, Rita Privitera. A questi si aggiungono, tra i dispersi, due sorelle pugliesi, Paola e Daniela Bastianutti (23 e 25 anni) di Matino (Lecce). Ma il bilancio potrebbe essere ancora più tragico perché ci sono molti corpi da identificare e nella località egiziana vi erano anche turisti italiani che non avevano utilizzato tour operator. All’Angelus Benedetto XVI ha ripetuto la sua ferma condanna degli attentati.

Sabato 23 luglio: un italiano tra i mortiC’è anche un italiano, Sebastiano Conti, di 34 anni, originario di Aci Castello (Catania), tra le vittime degli attentati che la notte scorsa hanno colpito la città di Sharm el Sheihk, sul Mar Rosso, il cuore turistico dell’Egitto. Sebastiano Conti era con la moglie, il fratello e la cognata, tutti e tre dispersi. La presenza di una decina di nostri connazionali tra i feriti (i cui familiari sono già stati avvisati) è stata confermata dalla Farnesina. Funzionari dell’ambasciata italiana sono sul posto fin dalle prime ore della mattina per cercare di dare sostegno ai nostri connazionali.

Il bilancio complessivo, purtroppo ancora provvisorio, parla già di almeno 83 persone uccise e di e circa 200 feriti, molti dei quali gravissimi. La polizia afferma che fra i morti vi sono britannici, francesi, spagnoli, olandesi, medio-orientali dal Qatar, dal Kuwait, ed egiziani. I feriti comprendono 13 italiani, 5 britannici, 3 spagnoli, 3 sauditi, un ucraino, un russo, un turco, un arabo israeliano.

Nella località turistica egiziana potrebbero esserci trentamila italiani. Molti hanno giòà fatto ritorno in Italia con voli charter, mentre l’80% di chi doveva partire per le vacanze nella località turistica del Mar Rosso ha rinunciato al viaggio. Il nostro ministero degli Esteri ha messo a disposizione un numero (06.36225) per chi avesse bisogno di informazioni.

La prima esplosione ha colpito il vecchio mercato di Sharm el-Sheikh, appena dopo l’1 di notte (ora locale). Un addetto all’emergenza ha dichiarato che molti dei feriti sono lavoratori egiziani, che si radunavano in un caffè del mercato. Fra i morti, 17 salme sono irriconoscibili a causa delle profonde ustioni.

Un quarto d’ora dopo un’autobomba, probabilmente condotta da un kamikaze, è penetrata nella reception dell’hotel Ghazala Gardens a Naama Bay, località a pochi chilomentri dal centro di Sharm el-Sheik. L’esplosione ha devastato il complesso di 176 stanze. Poco dopo una seconda auto è saltata in aria nel posteggio del vicino hotel Jolie Ville Mövenpick Resort & Casino, sempre a Naama Bay.

In mattinata un gruppo terroristico legato ad Al Qaeda ha rivendicato su internet in un sito islamico gli attentati di Sharm. L’autenticità è al vaglio degli inquirenti. Il messaggio è firmato «Gruppo di Al Qaeda nei Paesi del levante e in Egitto».

Parlando alla televisione, Ahmed el-Maghrabi, Ministro egiziano del turismo, ha dichiarato: “Quanto è successo questa mattina, è condannato da tutti. Queste bande criminali non ci fermeranno nel nostro viaggiare e muoverci”. Ma ha aggiunto: “In tempi brevi, questi incidenti avranno un certo effetto sul turismo”.

Gli stranieri sono stati spesso un obbiettivo in attacchi terroristi, legati al fondamentalismo islamico. Tre turisti sono stati uccisi in due esplosioni lo scorso aprile al Cairo. In ottobre, al Taba Hilton hotel, sulla frontiera con Israele, un’autobomba e un camion-bomba hanno causato la morte di 34 persone. Nel 1997, 58 turisti sono stati uccisi nella città di Luxor.

Il turismo è una delle fonti principali di ricchezza e di lavoro per l’Egitto, che ogni anno ha bisogno di almeno 650 mila nuovi posti di lavoro per i giovani. Alcuni osservatori dicono che quest’anno l’Egitto ha attratto ancora più visitatori che in passato, dato che molti turisti hanno evitato di viaggiare nelle zone asiatiche affette dallo tsunami.

La scelta della data non sembra casuale. Fu esattamente nella notte tra il 22 e il 23 luglio 1952 che i “liberi ufficiali” di Gamal Abdul Nasser decisero il colpio di stato contro re Faruk, penendo in pratica fine alla monarchia egiziana”. Potrebbe trattarsi solo di una coincidenza ma con il clima che si respira in questi ultimi giorni nel mondo, soprattutto in relazione al mondo arabo, non si può escludere che qualcuno abbia scelto di proposito questa data anche in termini tragicamente celebrativi.

Ma come osserva l’Agenzia Ansa, “la giornata di oggi è anche la data indicata per l’annuncio ufficiale da parte del presidente Hosni Mubarak, in carica dal 1981, della presentazione della propria candidatura alla presidenza, in vista delle elezioni previste in settembre. L’Egitto vive un momento importante di trasformazione nella sua storia politica, dopo che alla fine di febbraio Mubarak annunciò una modifica della Costituzione per la scelta del presidente.(… Da quell’annuncio la vita politica egiziana, generalmente poco vivace, si è risvegliata anche per la presenza di opposizioni che si sono manifestate in termini piu’ rumorosi del passato e organizzando frequenti manifestazioni per le strade”.

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