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Strage di Falzano: due ex nazisti a processo

Durissime le richieste di condanna formulate dal pm che, al termine dell’istruttoria dibattimentale di giovedì 6 luglio, ha chiesto l’ergastolo per i due ex ufficiali della 16° Panzergranadierdivision. All’incriminazione dei due ex ufficiali si è arrivati attraverso l’identificazione delle firme apposte su alcuni documenti che ordinavano la strage in cui furono massacrate 16 persone residenti nella zona. Il processo è stato aggiornato a giovedì 13 e a venerdì 14 luglio, ma il presidente del tribunale militare Bacci ha fissato anche un’udienza per il 20 settembre nel caso in cui gli avvocati aderissero allo sciopero nazionale indetto per queste due date. Il sindaco di Cortona, che per conto del Comune si è costituito parte civile, ha dichiarato: «Ritengo giusta la sentenza del Pm, non tanto per la dura pena che probabilmente non verrà mai scontata dai due responsabili della strage, quanto per il messaggio che dal processo viene inviato a livello internazionale, perché questi crimini contro l’umanità non restino impuniti. E’ un atto di giustizia nei confronti dei parenti delle vittime, ma anche dell’intera comunità cortonese, ferita nella sua dignità». Quella di Falzano fu una strage ordinata per rappresaglia in seguito all’uccisione da parte dei partigiani della «Pio Borri» di due soldati tedeschi. Ma delle sedici persone sepolte sotto le macerie di un casolare fatta saltare con la dinamite, nessuna era militare, nessuna aveva partecipato ad azioni di guerra: una dimostrazione evidente come, nell’assurdità di una guerra, a pagare con le sofferenze e con la vita sono sempre i più deboli e gli innocenti. Questi i nomi delle sedici vittime, tra cui una donna anziana e due ragazzi, dei quali uno mai identificato: Maria Francesca Bistarelli, Ferdinando Cannicci, Luca Cascini, Angiolo Donati, Lorenzo Donati, Ferdinando Ferri, Antonio Ghezzi, Angiolo Lescai, Santi Lescai, Agostino Paladini, Agostino Petrini, Domenico Sassini, Igino Terrosi, Domenico Trasenni, Guido Trasenni, Odoardo Zampagni.