Prato

«Stefanino», ovvero chi crea lavoro e fa innovazione

Si terrà sabato 5 febbraio, alle ore 10, la cerimonia di premiazione del premio Santo Stefano, detto anche «Stefanino d’oro», nella sua prima edizione.La consegna del riconoscimento alle quattro aziende vincitrici – la Rifinizione Santo Stefano Spa, il Lanificio Luigi Ricceri Srl, la G.T. 2000 e la Gastronomia Toscana Spa – avverrà nella significativa cornice del Museo del Tessuto. Parteciperanno il sindaco di Prato Roberto Cenni, il presidente della Provincia Lamberto Gestri, il Vescovo Gastone Simoni, il presidente della Camera di Commercio Carlo Longo e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Ferdinando Albini. Sono questi, infatti, i soggetti che hanno dato vita al premio nello scorso autunno. Ideato dallo storico «cenciaiolo» di Prato Giovanni Masi, lo «Stefanino d’oro» vuole essere un segno della Prato che non si arrende alla crisi, che crea lavoro, che investe sull’innovazione. Vuole essere soprattutto un motivo di fiducia e, magari, di emulazione, come più volte hanno spiegato gli organizzatori.Il programma della cerimonia è molto semplice: dopo la prolusione, ci sarà la consegna del premio con la lettura delle motivazioni. La proclamazione dei vincitori è avvenuta al termine del pontificale di Santo Stefano, nella solennità, appunto, del patrono della città e della Diocesi. Fu il vescovo a farsi, in quell’occasione, portavoce del Comitato promotore: «Nel corso del 2010 – spiegò Simoni – in considerazione della necessità di far fronte con fiduciosa e operosa speranza alla gravissima crisi del lavoro abbattutasi con particolare gravità su Prato, è stata avanzata la proposta di conferire un pubblico riconoscimento, di valore morale e non economico, alle aziende del territorio pratese ritenute più meritevoli fra quelle che si sono e sono apparse particolarmente distinte nell’impegno per l’incremento e la salvaguardia del lavoro».Saranno i rappresentanti delle istituzioni promotrici a procedere alla premiazione. Una scelta, quella di quattro aziende, che alla fine si è rivelata tutt’altro che semplice, visto che dalle associazioni di categoria – coinvolte per l’occasione – sono pervenute più di trenta segnalazioni di aziende che rispondevano ai criteri alla base del premio: salvaguardia dell’occupazione, rispetto dei valori etici e delle regole vigenti, capacità culturale e pratica di apertura all’innovazione. Il regolamento, però, prevede che il premio venga assegnato ad un numero di aziende tra un minimo di tre ed un massimo di cinque. Si è constatata, dunque, sono sempre le parole del Vescovo, «l’esistenza, non sempre nota, di una serie ragguardevole di imprese degne di riconoscimento anche per l’impegno, la competenza e il sacrificio degli imprenditori, dei tecnici, delle maestranze».Il presule ha più volte ribadito che la partecipazione della Diocesi e la presenza del Vescovo «rivestono e mantengono un carattere morale a garanzia dello spirito del premio, senza che a lui competa la valutazione delle imprese necessaria per il conferimento».Il premio consiste in una artistica medaglia coniata dall’artista pratese d’adozione Vincenzo Gennaro, uno dei più grandi medaglisti italiani, che reca i segni della città di Prato e tre «parole chiave», che danno il senso dell’iniziativa: coscienza, conoscenza, innovazione.(dal numero 4 del 30 gennaio 2011)