Italia
Stazzema, storico incontro tra Napolitano e Gauck
Altre personalità politiche e istituzionali della Germania erano già venuti sui luoghi di una delle più orrende stragi di civili perpetrati dai nazisti durante l’occupazione, ma il fatto che la più alta carica dello stato tedesco sia venuto a rendere omaggio ai 560 civili – soprattutto vecchi, donne e bambini – che il 12 agosto 1944 furono massacrati dal «flagello della svastica», è destinata a suggellare la fine di un lento ma progressivo processo di avvicinamento fra carnefici e vittime. E non è senza significato che tutto sia avvenuto in seguito ad un invito di Enrico Pieri, presidente dell’Associazione Martiri di S. Anna, ed uno degli ultimi superstiti della strage.
Sono stati necessari ben sessantanove anni perché questo simbolico abbraccio fra Gauck e Napolitano, proprio sul luogo dell’eccidio, determinasse l’inizio di un nuovi cammino fra due nazioni che, al di là delle mutate condizioni politiche e storiche, si portavano dietro – da opposte posizioni – un non indifferente contenzioso. E qui è bene sottolineare il fatto che l’incontro sia avvenuto proprio nel cuore del «Parco della Pace» che il Comune di Stazzema, la Provincia di Lucca e la Regione Toscana hanno voluto edificare sui mondi dell’Alta Versilia – fra il Gabberi e il Lieto – che, come si è detto, furono teatro di una dei più efferati massacri perpetrati dai nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale. Anche perché nell’unità di tempo e di luogo non ne sono stati riscontrati altri. Di conseguenza, ciò che è accaduto domenica scorsa a S. Anna di Stazzema costituisce, al di là del fatto in se, il suggello dei presupposti per cui ha preso consistenza quel «Parco della Pace» in cui tutti dovrebbero ritrovarsi per testimoniare una volontà capace di eliminare quanto portò a consumare la strage del 12 agosto 1944 in cui 560 persone.
Estremamente significativo, infine, che l’omaggio a queste vittime sia stato effettuato, nel silenzio più assoluto, davanti al monumento-ossario eretto di superstiti sul Col di Cava, solo da Joachin Gauck e Giorgio Napolitano. Mentre ha suonato nella piccola chiesa di S. Anna, testimone inamovibile di quanto avvenne il 12 agosto 1944 sul sagrato, quell’organo donato da due musicisti tedeschi, in riparazione di quello andato distrutto dai loro connazionali. Un messaggio di pace anche questo la cui eco, in una giornata piuttosto uggiosa e carica di pioggia, dovrebbe ripercuotersi ai quattro angoli della terra.