Cet Notizie
Statuto, ecco il testo approvato dal Consiglio
Il consiglio regionale toscano ha approvato, in prima lettura, il nuovo Statuto regionale. La votazione si è chiusa alle 21,50 di giovedì 6 maggio, dopo una discussione in aula durata due giorni. La nuova Carta della Toscana è stata approvata con 41 sì, 4 no e 2 astenuti (47 i consiglieri presenti). Hanno votato a favore Ds, Margherita, Sdi, Verdi, An, e Fi. Hanno votato no Prc e Pdci. Astenuto il gruppo dell’Udc. Il provvedimento dovrà tornare in aula per l’approvazione definitiva, come previsto dalla Costituzione (art.123), non prima di due mesi. Tra gli aspetti più qualificanti della nuova Carta, l’elezione diretta del presidente della giunta; l’aumento del numero di consiglieri fino a 65; «la valorizzazione e la tutela della famiglia fondata sul matrimonio» e «il riconoscimento delle altre forme di convivenza»; la promozione, nel rispetto dei principi costituzionali, dell’estensione del diritto di voto agli immigrati.
Il primo articolo afferma che la Regione Toscana rappresenta la comunità regionale ed esercita e valorizza la propria autonomia costituzionale nell’unità e indivisibilità della Repubblica Italiana sorta dalla Resistenza e nel quadro dei principi di adesione e sostegno all’Unione Europea mentre il secondo definisce il territorio (che comprende i territori delle province di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, ndc), Firenze come città capoluogo, lo stemma e il gonfalone. Entrambi sono stati approvati all’unanimità.
Il primo nodo politico si è avuto sul terzo articolo che è quello dei principi generali. Sul voto agli immigrati respinti gli emendamenti di Forza Italia e Alleanza Nazionale, è rimasto quello originale, che fra le altre cose, afferma che la Regione sostiene i principi di sussidiarietà sociale ed istituzionale, opera per l’integrazione delle politiche con le Autonomie locali, riconosce e favorisce le formazioni sociali ed il loro libero sviluppo garantendo al contempo la partecipazione di tutti i residenti e dei toscani residenti all’estero alle scelte politiche regionali e promuovendo l’effettivo esercizio dei diritti politici ai toscani residenti all’estero. Nella formulazione approvata a maggioranza dall’Aula, inoltre, la Regione promuove, nel rispetto dei principi costituzionali, l’estensione del diritto di voto agli immigrati. L’articolo è stato approvato a maggioranza con i voti favorevoli dei gruppi del Centrosinistra e di Rifondazione comunista e l’astensione del Centrodestra.
Molto tempo è stato dedicato al diritto alle pari opportunità
Terzo tema caldo è stato quello del riconoscimento delle forme di convivenza diverse dalla famiglia, probabilmente il tema che ha diviso di più le coscienze dei consiglieri e della società toscana, ma dal voto dell’aula è uscito riconfermato il testo iniziale: La Regione persegue tra le finalità prioritarie la tutela e la valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio; il riconoscimento delle altre forme di convivenza. La proposta di emendamento avanzata dall’Udc, ed illustrata da Franco Banchi, di eliminare dal testo il riconoscimento delle altre forme di convivenza è stata respinta dal voto della maggioranza; respinto anche un emendamento di mediazione proposto da Forza Italia e illustrato da Lorenzo Zirri, per sostituire al testo iniziale il riconoscimento di convivenze stabili tra persone di sesso diverso (su questo si è registrato il voto favorevole di Gianluca Parrini e l’astensione dell’Udc); respinto infine un emendamento di Rifondazione comunista e Comunisti italiani, che voleva aggiungere al riconoscimento anche la tutela delle altre forme di convivenza (astensione dai Ds, voto contrario da centro-destra e Margherita, voto favorevole da Fabio Roggiolani dei Verdi).
E’ stata accolta una proposta avanzata da Comunisti italiani e Rifondazione sul tema del lavoro, con l’aggiunta del diritto ad adeguate forme di tutela della dignità dei lavoratori. Accolto anche un emendamento dei membri della commissione Attività culturali (prima firmataria Lucia Franchini della Margherita), per inserire la promozione dei diritti al pluralismo dell’informazione e della comunicazione e dell’accesso alla cultura come bisogno individuale e valore collettivo. Unanimità, poi, per la valorizzazione dei territori montani ed insulari e dei comuni minori, sulla base di un emendamento proposto da Leopoldo Provenzali (FI) (poi ritirato perché ricompresso in un nuovo testo, primo firmatario Gianluca Parrini, sulla tutela della montagna).
Aumentano fino ad un massimo di 65 il numero dei consiglieri regionali. Con l’opposizione di Rifondazione Comunista e PdCI contrari all’elezione diretta del presidente della Regione e per il mantenimento degli attuali 50 rappresentanti eletti, l’articolo 6 è stato approvato dagli altri gruppi presenti in aula.
Sempre con il voto contrario di PRC è passato anche l’articolo 10, con cui in Consiglio verrà istituita la figura del portavoce dell’opposizione, espresso dai gruppi della coalizione di minoranza maggiormente significativa.
All’unanimità è passato l’articolo 11 che riequilibria le funzioni del Consiglio regionale rispetto ai poteri dell’esecutivo. Con un emendamento di Pieraldo Ciucchi (Sdi) è stato modificato l’articolo 16 sulla composizione dei gruppi consiliari (contro Ricci di PRC), permettendone la costituizione con due rappresentanti invece di tre della medesima lista presentata alle elezioni.
La discussione in Consiglio sul nuovo Statuto è stata particolarmente vivace quando si è trattato di votare l’articolo 31, che sancisce uno dei perni della forma di governo decisa dalla nuova carta: l’elezione diretta del presidente della Giunta regionale. L’articolo, approvato a maggioranza nella sua formulazione originaria, stabilisce che il presidente della Giunta è eletto a suffragio universale e diretto, contestualmente al Consiglio e con le modalità previste dalla legge elettorale regionale; ancora, stabilisce che il presidente della Giunta fa parte del Consiglio ed entra in carica all’atto della proclamazione; infine, al terzo comma, stabilisce che il presidente della Giunta non partecipa alla votazione per l’elezione del presidente del Consiglio e dell’ufficio di presidenza. Gli emendamenti presentati all’articolo 31 e discussi in aula sono stati sei tutti respinti o ritirati.
Sull’articolo 42 dello Statuto regionale è stato raggiunto un importante accordo fra le forze politiche che hanno scritto e poi approvato un emendamento che raccoglie le indicazioni di maggioranza, opposizione e Giunta regionale. L’articolo riguarda il potere regolamentare che viene esercitato dalla Regione. Un ruolo importante spetta alle commissioni consiliari che devono dare obbligatoriamente il loro parere sui regolamenti, prima dell’approvazione da parte della Giunta. Questo deve avvenire entro il termine di trenta giorni, dopo il quale la Regione può procedere all’approvazione.
Sono stati approvati dall’aula con voto unanime l’articolo 55 Commissione pari opportunità e l’articolo 56 Difensore civico. Per la prima volta entra nello statuto regionale la Commissione per le pari opportunità fra donne e uomini che è istituita con legge, è organismo autonomo con sede presso il Consiglio regionale. L’articolo 56 riconferma il ruolo è l’importanza del Difensore civico regionale già presente nello statuto precedente. Una novità assoluta è rappresentata dall’articolo 57 che istituisce il collegio di garanzia statutaria, con il compito di verificare la rispondenza delle fonti normative regionali allo Statuto. Il collegio di garanzia si pronuncia sull’ammissibilità dei referendum popolari e sui conflitti di attribuzione tra organi regionali. La legge disciplina il funzionamento del collegio di garanzia e ne garantisce l’autonomia e l’indipendenza, prevedendo idonee modalità di designazione dei singoli componenti. L’articolo 57 è stato approvato con il voto favorevole di DS, Margherita e del centro destra, mentre il voto contrario è stato espresso da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi.
I titoli VI, VII e VIII della carta fondamentale toscana definiscono rispettivamente il sistema delle autonomie, gli altri rapporti istituzionali e la partecipazione dei cittadini. Il nuovo Statuto toscano, con l’articolo 58, afferma che la Regione conforma la propria attività al principio di sussidiarietà e con l’articolo 59 parla di sussidiarietà sociale. Uno dei punti più importanti fra quelli relativi al titolo V è quello che garantisce le autonomie funzionali. In tal senso l’articolo 60 afferma che la Regione valorizza le autonomie funzionali e ne favorisce la partecipazione all’attività propria e degli Enti locali.
L’articolo 61 introduce nell’ordinamento regionale la Conferenza permanente delle autonomie sociali, un organismo consultivo sugli atti della programmazione economica, sociale e territoriale. L’articolo 62 sulla sussidiarietà istituzionale è stato al centro di un vivace dibattito tra centrodestra e centrosinistra; alla fine è stato raggiunto un accordo: il nuovo testo prevede che la Regione conferisca agli Enti locali le funzioni amministrative nelle materie di propria competenza. Lo stesso articolo, oltre a promuovere la collaborazione istituzionale fra gli Enti locali, valorizza anche il ruolo delle Comunità montane e dei Circondari.
Del rapporto con le altre Regioni, con lo Stato, con l’Unione Europea e delle relazioni internazionali, nel senso che riconosce alla Regione la possibilità di avere una sorta di piccola ma propria politica estera, si occupa il titolo VII dello Statuto. Nel quadro dei limiti imposti dalla Costituzione italiana, la Regione si pone infatti come soggetto che partecipa alla formazione degli atti europei e che, come recita l’articolo 71, nelle materie di competenza regionale conclude accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altri Stati.
Il capitolo VIII definisce infine la partecipazione dei cittadini alla vita regionale. L’articolo 72 afferma fra l’altro che la Regione, per favorire la partecipazione, garantisce politiche attive dirette alla semplicità delle procedure, alla trasparenza amministrativa, alla funzionalità degli strumenti informativi e che i partiti politici sono strumenti fondamentali della partecipazione.
Ma l’articolo sul quale si è avuta la discussione più ampia (anche se poi l’approvazione è stata all’unanimità) è il numero 75 che, su proposta del consigliere Maurizio Dinelli di Forza Italia, abbassa il quorum per il referendum popolare abrogativo. In base al precedente regolamento, infatti, erano necessarie 30 mila firme per richiedere il referendum per l’abrogazione totale o parziale di una legge o di un regolamento regionale, ed il referendum era valido se partecipava al voto il 50 per cento più uno degli aventi diritto, invece col nuovo testo serviranno sì 40 mila firme per la richiesta di referendum ma perché sia valido potrà partecipare al voto il 50 per cento di coloro che hanno votato alle ultime tornate regionali svolte. In altre parole, attualmente, basterebbe il 35 per cento circa di aventi diritto dal momento che alle ultime elezioni regionali ha votato circa il 70 per cento degli aventi diritto.
Lo Statuto consta in tutto di 82 articoli. L’ultimo sancisce la pari dignità fra i generi.
Ecco gli articoli più significativi
Il testo integrale dello Statuto regione Toscana (formato .pdf)