In un certo senso, possiamo dire di aver vinto la battaglia, ma non la guerra: lo afferma oggi mons. Oswald Gomis, arcivescovo di Colombo, appena appresa la notizia della resa delle Tigri tamil nell’ambito del conflitto che dal 1983 insanguina lo Sri Lanka, opponendo l’esercito governativo e le truppe ribelli tamil (Eelam), un gruppo separatista che lotta per la creazione di uno stato indipendente nel nord-est del paese. Il leader dei tamil, Prabhakaran, è stato ucciso oggi mentre tentava di scappare con un’ambulanza dalla zona degli scontri. Non appena le forze governative hanno annunciato l’intenzione di liberare l’intero paese dalle forze ribelli, tutto il popolo ha festeggiato la conclusione del conflitto. Siamo molto felici che la guerra è finita e che le forze di sicurezza del governo hanno potuto liberare tutti i civili innocenti intrappolati durante la battaglia, afferma l’arcivescovo in una dichiarazione ufficiale. La guerra finirà precisa – solamente il giorno in cui capiremo che siamo un solo popolo, in un’unica nazione con pari diritti. Dobbiamo comprendere che siamo una comunità multietnica, multireligiosa e multiculturale. Il Paese ha di fronte a sé un compito imperativo – dichiara l’arcivescovo -, quello di costruire una nazione dimenticando le differenze etniche, politiche e religiose e promuovendo un senso di appartenenza tra i gruppi di minoranza. L’arcivescovo Gomis ringrazia il Presidente della Repubblica Socialista dello Sri Lanka, Mahinda Rajapakse, per aver dato prova di una leadership coraggiosa e i capi della Difesa che lo hanno sostenuto con spirito di sacrificio. E ricorda coloro che hanno perso la vita in battaglia e i civili uccisi o intrappolati dalla guerra. Fonti locali stimano migliaia di vittime negli ultimi, recenti scontri.Sir