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SRI LANKA, LUCCA INAUGURA SCUOLA POST-TSUNAMI

A due anni di distanza dal tragico tsunami che il 26 dicembre 2004 cancellò interi villaggi e provocò centinaia di migliaia di vittime in Asia, la Provincia di Lucca può toccare con mano i primi risultati della sua azione di solidarietà verso alcune delle popolazioni colpite. Proprio in questi giorni, infatti, il presidente dell’ amministrazione lucchese, Stefano Baccelli, si trova in Sri Lanka – uno dei paesi più devastati dal cataclisma – per inaugurare un centro per l’ infanzia. La realizzazione della struttura scolastica – situata a Unawatuna, nel distretto di Galle, e chiamata ‘Aybowan’ (letteralmente ‘Benvenuto’) – è stata resa possibile grazie a una raccolta di fondi alla quale hanno contribuito sia enti pubblici (Regione Toscana, Comuni, associazioni), sia semplici cittadini.

Il centro – che interessa oltre mille famiglie della zona – é stato ripristinato e ammodernato tramite la ristrutturazione dei locali, la fornitura di arredi e strumentazioni, l’ampliamento dell’offerta scolastica. Sono così stati attivati, per esempio, dopo-scuola e corsi di formazione, mentre è stato costituito un importante osservatorio sull’andamento delle ‘adozioni allo studio’, prevedendo anche forme di gemellaggio fra classi di scuole locali e della Versilia.

L’edificio ha già una frequenza quotidiana di circa 120 bambini, fra i 3 e i 10 anni, suddivisi in corsi di formazione di informatica, inglese, elettrotecnica, artigianato locale, laboratorio artistico. E’ invece in fase di strutturazione una sezione di intervento collegata all’ artigianato per bambini e bambine diversamente abili. “Il nostro – ha sottolineato Baccelli – è un viaggio di solidarietà e di conoscenza per vedere direttamente in che modo, con coraggio e determinazione, la comunità locale ha ricostruito in poco tempo un centro dedicato ai giovani. L’idea di base – ha aggiunto – è stata quella di non limitarsi ad un aiuto di emergenza, ma di puntare su progetti sostenibili nel tempo e nati dalle reali esigenze della popolazione”. Il progetto è stato portato avanti grazie alla collaborazione del Comitato cittadino di Unawatuna – associazione che opera da diversi anni nella realtà sociale locale – e dell’associazione ‘HomexPeoplexHome’. (ANSA).