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SRI LANKA: COMBATTIMENTI E ATTENTATI, APPELLO DEL VESCOVO PER LA FINE DELLE VIOLENZE

“Il ministro Dassanayake non giocava alcun ruolo di primo piano nel governo e neppure era un protagonista del conflitto etnico. La sua uccisione suggerisce pertanto che ciascun politico potrebbe essere ora nel mirino delle Tigri”: con questa affermazione il Consiglio per la Pace dello Sri Lanka, organizzazione che riunisce varie iniziative di dialogo e per il rispetto dei diritti umani ha espresso il timore che il conflitto si possa trasformare in guerra totale. Anche oggi vi sono notizie di violenti scontri nel Nord e nell’Est dell’isola, dove l’esercito sta conducendo una violenta offensiva. Hanno superato quota cento i morti dall’inizio dell’anno, provocati dai combattimenti, ma anche da numerosi attentati dinamitardi come quello che ieri è costato la vita al ministro dell’Edilizia, Dassanayake, e altri che sempre ieri hanno scosso la capitale senza provocare ulteriori vittime. Il governo di Colombo, che una settimana fa ha sospeso unilateralmente la tregua in vigore dal 2002 ma di fatto da tempo ignorata dai contendenti, è sicuro di potere concludere sul campo la partita con il movimento indipendentista. In questa situazione, il Consiglio per la Pace dello Sri Lanka “condanna l’uccisione insensata di un uomo politico eletto dal popolo e la morte accidentale di civili. Un fatto che non può che consolidare la cultura della violenza nel paese”.

Sarebbero 44 le vittime tra i ribelli di etnia Tamil dell’offensiva governativa nella sola giornata di oggi. L’esercito di Colombo avanza con difficoltà ma con decisione nel territorio controllato dalle Tigri. Tuttavia, avvertono i responsabili religiosi del paese, senza una vera giustizia e un vero dialogo, la pace resta un obiettivo lontano. L’arcivescovo di Colombo, Oswald Gomis, ha espresso nei giorni scorsi la preoccupazione della Chiesa per l’incapacità del governo di trovare una soluzione negoziata alla guerra civile. Ferma anche la condanna dell’arcivescovo – riportata dall’agenzia Ucan – per l’uccisione di Thiagarajah Maheswaran, esponente politico della minoranza Tamil, assassinato il 1° Gennaio da un sicario mentre pregava in un tempio hindu della capitale Colombo. Morta con lui una guardia del corpo e ferite 11 persone. Nel suo messaggio diffuso il giorno successivo, l’arcivescovo comunicava il cordoglio dei cattolici alla famiglia ma anche la preoccupazione per l’impossibilità di mettere fine alla violenza. L’arcivescovo chiedeva anche al governo di “accelerare immediatamente la ricerca di una soluzione duratura” al conflitto. Maheswaran, ex ministro, impegnato nella difesa dei diritti umani della sua gente e aveva minacciato di diffondere i dettagli di quella che definiva “una campagna di terrore” contro i Tamil della penisola di Jaffna.

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