Toscana

Sport e disabili: tante medaglie per i ragazzi del Serafico

La manifestazione è dedicata a persone con disabilità intellettive e ha l’obiettivo di valorizzare i più fragili, promuoverli come risorsa per la società, accrescere il livello di sensibilità dell’opinione pubblica e gettare le basi per il superamento dei pregiudizi

Foto Istituto Serafico di Assisi

Sport inclusivo, oltre ogni limite e oltre ogni barriera fisica e mentale, per promuove una cultura del rispetto e dell’inclusione, per mettersi in gioco, per lavorare fino a raggiungere l’obiettivo e affrontare la competizione con lealtà e rispetto: Alessandro Brancale, Ciprian Gugiuman e Ivan Santaniello sono i tre giovani atleti dell’Istituto Serafico di Assisi, centro di eccellenza per ragazzi con disabilità gravi e gravissime, che hanno partecipato ai Play The Games delle Special Olympics, a Pistoia, iniziativa che ha coinvolto migliaia di atleti provenienti da tutto il Centro Italia.

La manifestazione è dedicata a persone con disabilità intellettive e ha l’obiettivo di valorizzare i più fragili, promuoverli come risorsa per la società, accrescere il livello di sensibilità dell’opinione pubblica e gettare le basi per il superamento dei pregiudizi. È intervenuta alla kermesse, portando il suo saluto, anche il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli.

Ai giochi ogni atleta partecipa cimentandosi in due discipline sportive a testa. I ragazzi “serafici” quest’anno hanno fatto il pieno di medaglie portando a casa i migliori risultati di sempre. Brancale ha vinto le gare di salto in lungo e di salto in alto, di cui è il campione italiano in carica con il record di 1,42 metri, conquistando, anche in questa nuova edizione e in entrambe le gare, il gradino più alto del podio: due medaglie d’oro per lui. Santaniello ha preso parte ai 50 metri corsa e al lancio del vortex: due ori anche per lui. Gugiuman si è piazzato al terzo posto nei 50 metri corsa e ha conquistato un argento nel lancio del vortex.

Le gare, tuttavia, sono solo il culmine di un percorso più complesso, importante soprattutto dal punto di vista umano oltre a quello riabilitativo: “L’attività sportiva che i ragazzi svolgono nell’ambito di eventi come questo – ha spiegato il tecnico Afa (attività fisica adattata) del Serafico, Daniele Gullia – oltre a un allenamento di tipo atletico, utile per la riabilitazione fisica e posturale, rappresentano un modo per sviluppare e affinare gli aspetti relazionali e di socializzazione, importantissimi per ognuno di loro. In primo luogo, infatti, i ragazzi imparano a rispettare regole e turni, a essere leali tra di loro, a sviluppare dei rapporti interpersonali con altri ragazzi che non conoscono. Partecipare alle gare, inoltre, permette loro di confrontarsi tra pari per migliorarsi e superare il senso di frustrazione, per scoprire i propri limiti e per superarli, per dimostrare coraggio, sperimentare la gioia di partecipare in un clima dinamico e di continuo scambio”.

Per i tre ragazzi del Serafico, dunque, tutto è iniziato con la scelta della disciplina in base alle caratteristiche fisiche di ciascuno, seguendo le proprie attitudini e le proprie preferenze, esattamente come avviene per qualsiasi sportivo. Poi è cominciata la preparazione atletica, per la quale è stato approntato un progetto individuale e personalizzato, che ha coinvolto numerosi specialisti di un’equipe multidisciplinare. Un ruolo speciale, infatti, oltre a quello prettamente fisico, è stato svolto dall’empatia che si è creata nel corso dei mesi di preparazione tra i ragazzi e i tecnici, che propongono loro allenamenti e prove come in un gioco da vivere sempre in modo divertente e positivo. Partecipando alle gare, poi, vengono messe in campo abilità, si stringono amicizie con altri atleti, si vivono esperienze uniche assieme ai preparatori, alla propria famiglia e all’intera comunità.