Ospitalità religiosa italiana ha raccolto così in breve tempo le disponibilità di alcuni conventi, monasteri e case religiose ad accogliere fin da subito giovani e meno giovani per alcuni giorni di condivisione, da un minimo di un weekend ad un massimo di quattro settimane.“L’iniziativa si distingue dal reality per la volontà consapevole di chi sceglie di vivere un’esperienza così intensa. Non si tratta di vocazioni (a cui l’Associazione dedica un’altra iniziativa) ma di calarsi in realtà di comunione spesso poco conosciute, mantenendo due regole fondamentali: rispetto reciproco e partecipazione”, spiega il presidente dell’Associazione Ospitalità religiosa italiana, Fabio Rocchi.“Un modo per estraniarsi dalla velocità della vita di oggi e riprendere per qualche giorno un ritmo più consono alla nostra natura umana, confrontandosi con la comunità religiosa per capire meglio la scala di valori che regola le nostre scelte di vita. Un viaggio a ritroso nell’animo, senza che nessuno ci dica ‘cosa’ fare, ma ‘come’ arrivarci contando solo sulle proprie gambe”.Il portale dell’Associazione ha già predisposto la pagina per la consultazione senza intermediazioni le comunità accoglienti. “Un modo sicuramente ‘alternativo’ per impegnare i propri giorni di ferie o vacanza, i cui frutti però, a differenza dell’effimero, possono segnare il nostro animo per sempre”, conclude Rocchi.