Cultura & Società
Spiagge, i giochi dell’estate
Quello delle bocce in realtà è uno dei giochi da spiaggia più antichi e ancora abbastanza praticato, soprattutto da chi ha qualche annetto sulle spalle, consigliato già nell’antichità da grandi medici come Ippocrate o Galeno che lo consideravano «uno sport per tutti, senza sesso e senza età, che fortifica il fisico e lo spirito». Il gioco nasce in Turchia, dove sono state ritrovate sfere in pietra risalenti al 7000 a. C. che mostrano chiari segni del rotolamento a terra.
In realtà, nonostante le bocce tengano ancora, le tendenze balneari degli ultimi anni stanno puntando su nuovi giochi da spiaggia per adulti e bambini. Uno per tutti, il più modaiolo e alla page: il beach tennis, capace di mandare in pensione anche il caro e vecchio beach volley.
È un incrocio tra il tennis e la pallavolo ed è praticato in tutte le spiagge del mondo. Dalla California alla Romagna, dal Brasile alle Hawaii. Non c’è stabilimento balneare che non si sia attrezzato a questo sport. Più veloce del tennis, di cui ricalca le regole anche se non prevede il tie-break, più spettacolare del volley. In Romagna è di casa dal 22 al 27 agosto a Marina di Ravenna si svolgeranno i sesti campionati mondiali e nella zona che va da Riccione fino ai Lidi Ferraresi sono stati allestiti più di 5 mila campi di beach tennis, perennemente occupati dalle sette del mattino fino al tramonto.
Non si sa esattamente come è nato il beach tennis; sappiamo che all’inizio degli Anni Ottanta in alcuni stabilimenti balneari della Romagna, precisamente in provincia di Ravenna, nascevano i primi campi dove si cominciava a giocare a beach volley, la pallavolo da spiaggia, nata in California negli anni ’20, dal 2004 sport Olimpico a tutti gli effetti. Nello stesso periodo si cominciava a giocare a «racchettone», una evoluzione del tamburello da spiaggia. Il passo è stato breve quando dal semplice palleggiare una pallina si è voluto fare una partita. E visto che erano disponibili i campi da beach volley si è cominciato a giocarvi dentro. All’inizio si giocava con la rete alta da pallavolo, successivamente si è passati alla rete alta 1,70 per aumentare la velocità e la spettacolarità del gioco.
Nell’estate dei giochi da spiaggia, tra ping-pong, beach-football, beach-tennis, beach rugby e chi più beach abbia più beach metta, anche le biglie tornano in auge. L’intrattenimento preferito della nostra infanzia insieme ai castelli e ai giochi con secchiello e paletta sta conoscendo una nuova giovinezza. Tutti in spiaggia, allora, bambini e adulti, inginocchiati a far girare palline colorate su piste fatte alla perfezione (tracciate trascinando per i piedi qualcuno che «presti» il suo fondoschiena all’uso) che intendono riprodurre i grandi circuiti della Formula Uno. Se sulle palline di una volta c’erano i disegni di Bartali o Coppi, ora invece le biglie riproducono le monoposto Ferrari o MacLaren.
L’antico passatempo, praticato già nell’Egitto, impazza dunque sulle battigie nostrane, soprattutto sulla riviera romagnola. Questo sabato, per esempio, al bagno 39 di Rimini la «Federazione italiana biglie da spiaggia» organizza il sesto campionato internazionale. E a Ravenna alcuni anni fa era stata fondata persino l’Università delle biglie, frequentatissima dai bambini. Fra le materie insegnate Tiro a piffetto, Scienza delle traiettorie balistiche e Tecnica di costruzione di bigliodromi.
Ma attenzione. Chi se ne intende fa sapere che non bisogna più chiamarle biglie. Il nome moderno da usare sarebbe cheecoting. A quanto pare questo nome deriverebbe dallo spagnolo «Chico» (ragazzino): infatti nelle assolate spiagge di Acapulco i ragazzini si divertivano a colpire a turno le biglie facendole ruotare più velocemente degli avversari senza uscire dal tracciato. Sarebbe stato un ingegnere messicano, Alonso B. Carrillo, ad elevare a gioco sport l’antica tradizione popolare.
Le alternative all’abbronzatura e al bagno, dunque, si sprecano, ce n’è davvero per tutti i gusti, rimane solo l’imbarazzo della scelta. Ormai quasi tutti gli sport olimpici sono riusciti a trovare posto sugli arenili. Ma poiché la feroce concorrenza tra i bagnini, veri e propri manager del divertimento, è sempre più agguerrita, ecco che le idee si moltiplicano a dismisura: c’è già chi sta progettando campi da golf a diciotto buche. L’anno prossimo staremo a vedere. Intanto, «per quest’anno, non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare…».