Cultura & Società

Spiagge, i giochi dell’estate

di Lorella PellisPassi alle otto del mattino e sono già in campo. Ripassi alle sei e mezzo del pomeriggio e li trovi ancora lì. Non sono più giovincelli ma, nonostante il solleone, per nulla al mondo rinuncerebbero all’appuntamento con la loro partita di bocce balneari. Rosa, Renzo, Simonetta e Angelo frequentano da sempre la riviera romagnola. Per le due coppie, la «stessa spiaggia» e lo «stesso mare» cantati da Edoardo Vianello corrispondono al bagno 167 di Cervia, lungomare Grazia Deledda.Marito e moglie nella vita, quando giocano praticano il cosiddetto «scambio di coppie» ma solo così, per divertirsi e stupire l’altro/a con qualche bocciata da manuale. E quando hanno finito l’estenuante partita a 16 (testimone il mitico segnapunti della Campari), c’è subito chi, reduce da un’oretta e mezzo di fila a bordo campo, è pronto a rimpiazzarli.

Quello delle bocce in realtà è uno dei giochi da spiaggia più antichi e ancora abbastanza praticato, soprattutto da chi ha qualche annetto sulle spalle, consigliato già nell’antichità da grandi medici come Ippocrate o Galeno che lo consideravano «uno sport per tutti, senza sesso e senza età, che fortifica il fisico e lo spirito». Il gioco nasce in Turchia, dove sono state ritrovate sfere in pietra risalenti al 7000 a. C. che mostrano chiari segni del rotolamento a terra.

In realtà, nonostante le bocce tengano ancora, le tendenze balneari degli ultimi anni stanno puntando su nuovi giochi da spiaggia per adulti e bambini. Uno per tutti, il più modaiolo e alla page: il beach tennis, capace di mandare in pensione anche il caro e vecchio beach volley.

È un incrocio tra il tennis e la pallavolo ed è praticato in tutte le spiagge del mondo. Dalla California alla Romagna, dal Brasile alle Hawaii. Non c’è stabilimento balneare che non si sia attrezzato a questo sport. Più veloce del tennis, di cui ricalca le regole anche se non prevede il tie-break, più spettacolare del volley. In Romagna è di casa – dal 22 al 27 agosto a Marina di Ravenna si svolgeranno i sesti campionati mondiali – e nella zona che va da Riccione fino ai Lidi Ferraresi sono stati allestiti più di 5 mila campi di beach tennis, perennemente occupati dalle sette del mattino fino al tramonto.

Non si sa esattamente come è nato il beach tennis; sappiamo che all’inizio degli Anni Ottanta in alcuni stabilimenti balneari della Romagna, precisamente in provincia di Ravenna, nascevano i primi campi dove si cominciava a giocare a beach volley, la pallavolo da spiaggia, nata in California negli anni ’20, dal 2004 sport Olimpico a tutti gli effetti. Nello stesso periodo si cominciava a giocare a «racchettone», una evoluzione del tamburello da spiaggia. Il passo è stato breve quando dal semplice palleggiare una pallina si è voluto fare una partita. E visto che erano disponibili i campi da beach volley si è cominciato a giocarvi dentro. All’inizio si giocava con la rete alta da pallavolo, successivamente si è passati alla rete alta 1,70 per aumentare la velocità e la spettacolarità del gioco.

Piccolo particolare: per una discreta racchetta si parte dai 70-80 euro per raggiungere cifre molto più elevate.Beach tennis a parte, c’è anche chi, in riva al mare, continua a sfidarsi a colpi di tamburello, sport di antichissima origine, praticato già dai Romani. A prima vista sembra uno sport semplice ma richiede grande forza e soprattutto riflessi sempre pronti. Attualmente è praticato in molte nazioni ed fa parte del programma dei Giochi del Mediterraneo. In Italia è anche attiva la Fipt (Federazione italiana palla tamburello) che organizza, sia in ambito maschile che femminile, i campionati di serie (A, B, C, D), di categoria e la Coppa Italia.

Nell’estate dei giochi da spiaggia, tra ping-pong, beach-football, beach-tennis, beach rugby e chi più beach abbia più beach metta, anche le biglie tornano in auge. L’intrattenimento preferito della nostra infanzia insieme ai castelli e ai giochi con secchiello e paletta sta conoscendo una nuova giovinezza. Tutti in spiaggia, allora, bambini e adulti, inginocchiati a far girare palline colorate su piste fatte alla perfezione (tracciate trascinando per i piedi qualcuno che «presti» il suo fondoschiena all’uso) che intendono riprodurre i grandi circuiti della Formula Uno. Se sulle palline di una volta c’erano i disegni di Bartali o Coppi, ora invece le biglie riproducono le monoposto Ferrari o MacLaren.

L’antico passatempo, praticato già nell’Egitto, impazza dunque sulle battigie nostrane, soprattutto sulla riviera romagnola. Questo sabato, per esempio, al bagno 39 di Rimini la «Federazione italiana biglie da spiaggia» organizza il sesto campionato internazionale. E a Ravenna alcuni anni fa era stata fondata persino l’Università delle biglie, frequentatissima dai bambini. Fra le materie insegnate Tiro a piffetto, Scienza delle traiettorie balistiche e Tecnica di costruzione di bigliodromi.

Ma attenzione. Chi se ne intende fa sapere che non bisogna più chiamarle biglie. Il nome moderno da usare sarebbe cheecoting. A quanto pare questo nome deriverebbe dallo spagnolo «Chico» (ragazzino): infatti nelle assolate spiagge di Acapulco i ragazzini si divertivano a colpire a turno le biglie facendole ruotare più velocemente degli avversari senza uscire dal tracciato. Sarebbe stato un ingegnere messicano, Alonso B. Carrillo, ad elevare a gioco sport l’antica tradizione popolare.

Le alternative all’abbronzatura e al bagno, dunque, si sprecano, ce n’è davvero per tutti i gusti, rimane solo l’imbarazzo della scelta. Ormai quasi tutti gli sport olimpici sono riusciti a trovare posto sugli arenili. Ma poiché la feroce concorrenza tra i bagnini, veri e propri manager del divertimento, è sempre più agguerrita, ecco che le idee si moltiplicano a dismisura: c’è già chi sta progettando campi da golf a diciotto buche. L’anno prossimo staremo a vedere. Intanto, «per quest’anno, non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare…».

Tre idee a tutto sportVoglia di sole e di bagni, ma anche di sport. Ecco tre proposte originali per gli amanti del fitness in spiaggia. AquilonismoFar volare gli aquiloni non è più solo roba da bambini. Ormai è diventata una vera e propria disciplina sportiva con tanto di figure acrobatiche, musica e volo libero. Canoa poloVariante estiva del polo, si pratica in piccole canoe, in un campo acquatico delimitato (in piscina o al mare). Le squadre sono composte da cinque persone, ognuna su un kayak. Si gioca un po’ in tutta Italia. KitesurfE’ nato alle Hawaii e utilizza una tavola trascinata da un aquilone manovrato con una barra. Da noi si pratica in Sardegna, sui laghi di Como e Garda.