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Spettacolo teatrale a Lucca su Santa Gemma, sabato 14 ottobre alle 21

Per tutte le cose del cielo. Va in scena sabato 14 ottobre alle 21 a Lucca, nell’Oratorio di San Giuseppe (piazza Antelminelli), una produzione originale dedicata a una delle figure femminili più amate di Lucca, "Santa Gemma Galgani, Fiore della Passione".

Laura Martinelli

Tre le voci in scena, con le quali Gemma si rapporta attraverso un dialogo o con il silenzio, quelle di Laura Martinelli (Gemma Galgani), Nicola Fanucchi e del coro femminile diretto da Attilio Caffi con i soprani Sara Corrieri, Elisabetta Francesconi e i contralti Carmen Llerena e Loredana Paris. Così, in scena, il linguaggio poetico e il coro femminile divengono porta di accesso privilegiato all’invisibile.

“Proporre lavori teatrali dedicati al tema della spiritualità è un bisogno, un atto liberatorio anche – spiega Martinelli -. La spiritualità è un terreno, per certi versi, non così tanto battuto. Forse il nostro è un tempo nel quale regnano la tecnica e la realtà manifesta… diventa quasi ridicolo, poco credibile parlare di spiritualità o di invisibile, di tutto quello che non è il mondo tangibile, reale, che tocchiamo, che possiamo gestire, controllare, produrre e vendere… Ma secondo me, noi siamo anche altro, un qualcosa che non va necessariamente con la realtà che viviamo, del visibile. Per me tutto quello che è invisibile, appunto la spiritualità, la poesia, il canto… è una sorgente, un nutrimento in questi tempi a cui tutti possiamo attingere. L’invisibile è una risorsa se ci viene tolta che cosa rimane?”

Non è la prima volta che Martinelli, sempre nell’ambito del festival Musei del Sorriso organizzato dal Sistema Museale Territoriale della Provincia di Lucca, coordinato dalla Fondazione Paolo Cresci e realizzato con il supporto della Provincia di Lucca in collaborazione con 28 musei del territorio e Fondazione Toscana Spettacolo, e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, interpreta uno spettacolo che guarda al cielo e all’interiorità. Nel 2022 ha interpretato un’altra produzione originale del festival, “Il cielo in terra”, che ha destato molta emozione e molto interesse.

“In quell’occasione ho sentito tanto calore ed entusiasmo da parte del pubblico – ricorda – e questo per me è stato un dono… sembravano sorpresi, probabilmente perché anche dell’aspetto religioso siamo abituati a vedere solo la parte del dogma, invece è estremamente umana, fisica, vicina a noi. Il teatro diventa fondamentale per far avvicinare le persone a comprendere la situazione anche emotivamente, rendendola viva”.

Come ci si prepara per interpretare una santa? “Ho iniziato leggendo i suoi scritti, c’è veramente tanto materiale sull’argomento – dice -. Ho visitato alcuni luoghi dove Gemma ha vissuto e poi cercato di aprirmi il più possibile, uscire da me, fare in modo da restituire le sue parole nella maniera più autentica possibile. È come quando devi disegnare un qualcosa: prima di tutto prepari un foglio bianco e poi sulla base dei colori che ti sembrano più autentici, non i colori che ti piacciono di più, provi a fare un segno, poi fai un altro tentativo, provi a tracciare delle linee, cercando di restituire, facendoti attraversare: l’attore è solo un mezzo”.

Quali tratti in particolare farai emergere? “Mi piacerebbe se arrivasse l’amore smisurato che Gemma aveva per il cielo, per l’invisibile, nonostante tutto il male che ha attraversato. Lei ha amato tantissimo, nonostante tutto. Io soffro, ma ti voglio amare. Indagare il rapporto con il bene e il rapporto con il male. Gemma innamorata del cielo, il suo trasporto verso l’alto e insieme la concretezza e l’attraversamento del dolore. Passaggi continui tra bene e male, momenti in cui sei orientato verso l’alto, momenti in cui sei schiacciato a terra, momenti in cui tocchi il cielo con un dito. Un po’ come quando camminiamo, il piede tocca terra e poi va verso il cielo e poi tocca terra e va…”

Lo spettacolo nasce da un’idea di Adriano Scarmozzino, i testi e il coordinamento sono tuoi. Qual è la parte più sfidante del lavoro che state facendo con questa opera? “Cercare di tracciare un disegno in armonia e leggerezza senza appesantire, perché il tema è molto complesso e delicato. Rendere il più possibile fluido un lavoro che prevede la coordinazione tra diversi elementi come la presenza di un coro e le voci con cui dialoga Gemma”.

Per un attore e regista di lunga esperienza come te, quanto e in cosa, se lo è, questo spettacolo è diverso da altri? “Fortunatamente ogni atto teatrale è diverso dagli altri – risponde Nicola Fanucchi -. Di Gemma e su Gemma si è detto molto eppure, ancora una volta, è riuscita a sorprenderci e smuoverci”.

Se si tratta di “Un viaggio orientato allamore di Santa Gemma Galgani per tutte le cose del cielo”: cosa ti aspetti come risposta dal pubblico? “Gemma è una figura spirituale quasi controversa che offre a noi e al pubblico l’opportunità di cercare interrogativi che, forse, neppure sapevamo di tenere nascosti dentro di noi”. 

Quale il ruolo da te interpretato e come si intreccia con le voci del coro femminile diretto da Attilio Caffi con “il discorso” intorno e sulla santa? “La musica è un linguaggio che amo e frequento molto. Il contributo delle ragazze del coro è centrale nella narrazione della vicenda”.

E per te, quanto è difficile trattare il tema della spiritualità a teatro? “Non è difficile perché il teatro va a cercare emozioni proprio nel nostro spirito. Direi che il teatro è, di per sé, spirituale. La sfida sta nel trovare la capacità di stabilire un contatto fra performer e pubblico. Senza questo scambio ogni spettacolo perde di valore. Ci auguriamo che la nostra narrazione della vicenda di Gemma Galgani riesca a creare questo incontro”.

Non si tratta della prima produzione originale commissionata direttamente dal Sistema Museale per investire e valorizzare il “genius loci” della produzione artistica e culturale del territorio. Santa Gemma Fiore della Passione, organizzato in collaborazione anche con il Complesso Museale e Archeologico della Cattedrale di Lucca, viene dopo “Passo dopo Passo”, messo in scena ad Altopascio durate la prima edizione del festival e dedicato ai cammini spirituali, e “L’Incontro”, fatto a Sant’ Anna di Stazzema in agosto.

L’evento, nell’Oratorio San Giuseppe in Piazza Antelminelli, è a ingresso libero fino a esaurimento posti.

Per prenotazioni: Complesso Museale e Archeologico della Cattedrale di Lucca, Piazza Antelminelli– 55100 Lucca: info@museocattedralelucca.it, 0583.490530.