Opinioni & Commenti
Spetta all’Onu chiudere il capitolo Saddam
Nessuno mette in dubbio che Saddam abbia commesso crimini che meritano un tribunale. Non si può liberarlo da questa sorte. Si può magari lamentare che sia il solo, insieme a Milosevic, a condividerla. A spasso per il mondo si sono lasciati finora altri ex dittatori che avrebbero meritato un processo e che se la sono cavata in totale impunità. Da Videla (Argentina) a Menghistu (Etiopia), a Stroessner (Paraguay) a Duvalier (Haiti), da Obote (Uganda) a Khieu Sampan (Cambogia). Saddam è un tassello della costruenda giustizia internazionale e non certo la sua soddisfatta realizzazione.
Anche per i riflessi interni sul futuro dell’Iraq il modo in cui verrà chiuso il capitolo della passata dittatura non è senza conseguenze.
Per quel poco che riusciamo a sapere delle motivazioni che alimentano la guerriglia in Iraq, c’è il fanatismo dei seguaci di Al Qaeda, c’è la disperazione degli irriducibili del vecchio regime, ma c’è soprattutto l’orgoglio di un nazionalismo ombroso che si sente umiliato e offeso da una occupazione che si prolunga anche quando le si riconosce il merito di aver abbattuto il passato regime. Fare di questa occupazione e di questo governo provvisorio che ha messo in piedi anche un tribunale può ancor più confondere le conseguenze della invasione con le ragioni della giustizia.