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Specialisti del Meyer in missione in Siria per i bambini di Aleppo
La missione umanitaria per i bambini di Aleppo entra nel vivo. Dopo il sopralluogo dello scorso gennaio, un’equipe di specialisti del Meyer è pronta a fare ritorno nel paese devastato da sette anni di guerra.
La data di partenza della spedizione – composta da una psicologa e due fisioterapisti – è prevista per sabato prossimo, il 5 ottobre. L’obiettivo è quello di sostenere gli operatori che ogni giorno, nella città siriana, lavorano tra mille difficoltà per dare una risposta ai bisogni riabilitativi dei bambini rimasti vittime di lesioni per lo scoppio di mine e il crollo di edifici, portando sul posto anche i presidi necessari.
Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Il Cuore si scioglie, Meyer e Fondazione Meyer, passa quindi alla fase operativa, che si articolerà in vari momenti. La missione degli operatori dell’ospedale pediatrico Meyer rientra nelle attività della campagna di solidarietà 2018/2019 della Fondazione Il Cuore si scioglie e prosegue un impegno per i bambini colpiti dalla guerra in Siria già iniziato nel 2017, con il supporto alle attività della Fondazione Giovanni Paolo II e di Arci Toscana volte a garantire cure e assistenza ai piccoli cittadini della città siriana.
Già a gennaio 2019 i professionisti del pediatrico fiorentino avevano visitato alcuni centri riabilitativi presenti ad Aleppo e avevano incontrato i colleghi presenti sul posto per appurare quali fossero le effettive necessità. Quel primo sopralluogo è stato prezioso per comprendere, attraverso il confronto e l’osservazione dal vivo, le drammatiche condizioni in cui gli operatori siriani si trovano costretti a lavorare: i fisioterapisti, e i loro piccoli pazienti hanno a disposizione spazi freddi e ristretti, poco igienici, con scarsa disponibilità di materiali, soprattutto dedicati all’età pediatrica.
«I giocattoli che abbiamo regalato, selezionati perché funzionali a costruire alcuni trattamenti, non erano presenti nella struttura e sono stati molto apprezzati» spiegano gli specialisti del Meyer. Sabato prossimo ne porteranno di altri, scelti con cura in base alle esigenze emerse nel corso dei colloqui. Un’ulteriore criticità è legata alla ridotta disponibilità di attrezzature per la prima infanzia (passeggini, sdraiette, seggioloni) anche nelle abitazioni dei bambini. E i gli ausili e le ortesi disponibili vengono utilizzati anche se danneggiati o se divenuti troppo piccoli: i tempi per averne di nuovi sono infatti molto lunghi.
Il contesto è estremamente difficile. «Tanti bambini e i loro genitori si trovano ad affrontare il lutto legato alla perdita della salute per una disabilità acquisita – raccontano gli specialisti – In un ambiente socio-culturale che è ancora poco pronto a sostenere l’inclusione di soggetti disabili sembrano carenti le opportunità per le famiglie di avere uno spazio dedicato all’ascolto e alla possibilità di affrontare la sofferenza legata a esiti prognostici non sempre favorevoli e a possibilità di recupero spesso solo parziali».
Il conflitto ha interrotto anche la comunicazione tra i professionisti: questo ha portato a una frammentazione del processo riabilitativo e l’ottica multidisciplinare, fondamentale per fornire una risposta efficace, è venuta a mancare. Per questo è importantissimo investire sulla formazione. Gli specialisti del pediatrico fiorentino metteranno quindi a disposizione la loro professionalità e le loro competenze con un percorso formativo destinato ai colleghi siriani.
La formazione sarà il perno centrale anche attorno a cui ruoterà l’intervento in ambito psicologico. Per una settimana, gli operatori saranno coinvolti in un training teorico-esperienziale con due obiettivi: da una parte l’apprendimento di strumenti per la relazione di aiuto a bambini e adolescenti e alle loro famiglie, dall’altra il sostegno all’elaborazione di esperienze traumatiche vissute dagli stessi operatori negli otto anni di guerra.