Toscana

SPAGNA: «MANIFESTO» DI 300 SCIENZIATI E INTELLETTUALI CONTRO L’ABORTO

Oltre 300 scienziati, professori e intellettuali di diversi rami della bio-medicina, delle scienze umanistiche e delle scienze sociali, difendono il valore assoluto del diritto alla vita e si schierano contro l’iniziativa del Governo di Zapatero di trasformare le norme giuridiche sull’aborto e stabilire così in Spagna l’aborto libero. Il “Manifesto dei 300” o “Dichiarazione di Madrid” riunisce i principali esponenti delle scienze bio-mediche della Spagna, ricercatori con autorità intellettuale e reputazione comprovata nella Comunità scientifica, insieme a professori, scrittori, professionisti e specialisti in materie umanistiche e scienze sociali, tutte figure di spicco nei rispettivi ambiti della conoscenza. Il documento è stato presentato ieri, 17 marzo. I firmatati difendono il diritto alla vita, che inizia dal momento della fecondazione. In particolare, nel manifesto è ribadito che “né l’embrione né il feto fanno parte di un organo della madre”, che “un aborto è un atto semplice e crudele di interruzione di una vita umana”, che le donne devono conoscere le conseguenze psicologiche della sindrome post-aborto e che “lo zigote è la prima realtà corporale dell’essere umano”. Per questi intellettuali, che una giovane di 16 anni decida autonomamente cosa fare “rappresenta una forma di violenza contro le donne”, oltre ad essere un’irresponsabilità. Nei dodici punti del Manifesto, viene difesa “la vita umana nella sua tappa iniziale, embrionale e fetale” e si respinge la “sua strumentalizzazione al servizio di lucrosi interessi economici o ideologici”. Il documento chiede “una corretta interpretazione dei dati della scienza in relazione alla vita umana in tutte le sue tappe”. Gli intellettuali riflettono, allo stesso tempo, sulle conseguenze sociali dell’aborto, che definiscono “tragedia” e aggiungono che “una società indifferente al massacro di circa 120.000 bebè all’anno è una società fallita e ammalata”. Respingono, quindi, in maniera tassativa la possibilità che a 16 anni si possa abortire senza consenso paterno ed evidenziano che “una legge sull’aborto senza limitazioni individuerebbe la donna come unico responsabile di un atto violento contro la vita del proprio figlio”. Tra i firmatari, Nicolás Jouve, professore universitario di genetica; César Nombela, professore universitario di microbiologia; Francisco Abadía Fenoll, professore universitario emerito di biologia cellulare, e Julio Navascués Martínez, professore universitario di biologia cellulare. Il numero delle adesioni al manifesto, che ha tra i firmatari soltanto coloro che rispondono ad un profilo di eccellenza e di autorità intellettuale, ha già superato quota 300.Sir