Italia

SOSPENSIONE LEVA MILITARE: CARITAS, «NON SIA LA FINE DI ALCUNI VALORI COSTITUZIONALI»

“Non trasformare la fine della leva militare nella fine di alcuni valori costituzionali”: è la preoccupazione espressa dal mondo del volontariato, dell’associazionismo, del Terzo settore a proposito del dibattito sulla sospensione della leva obbligatoria, giunto ormai alla conclusione in Parlamento. Con la sospensione della leva, il servizio civile in alternativa a quello militare – 1 milione di giovani coinvolti dal 1972 di cui 100 mila presso le Caritas diocesane -, è destinato ad essere sostituito dal servizio civile nazionale su base volontaria, istituito dalla legge 64/2001 e al quale, sempre presso le Caritas, hanno già aderito circa 2000 giovani (in prevalenza ragazze). La mancanza di un adeguato finanziamento di quest’ultimo porterebbe con sè, secondo don don Giancarlo Perego, responsabile dell’Area nazionale di Caritas italiana. “anche la fine di un’esperienza popolare di servizio alla Patria accanto a chi è povero o in difficoltà (anziani, tossicodipendenti, immigrati, rifugiati, detenuti, minori abbandonati…), attraverso percorsi di educazione alla pace, in esperienze di servizio all’estero e di difesa popolare non violenta, di attenzione all’ambiente e al territorio, di promozione della cultura”. Ne deriva che “la prima sfida che la sospensione della leva pone è quella di conservare e rafforzare nel servizio civile nazionale una grande esperienza di educazione alla responsabilità di migliaia di giovani ogni anno”, compiendo “un nuovo investimento in un ‘popolo’ di giovani tra i 18 e i 28 anni che nelle nostre associazioni e istituzioni imparino ad essere ‘cittadini'”.Sir