Toscana

Sono ventimila i toscani malati di scommesse

di Simone Pitossi

In Toscana sono oltre 20 mila le persone che accusano gravi problemi di dipendenza dal gioco che potrebbero sfociare in forme così distruttive da rovinare famiglie intere. Chi è il giocatore tipo? È maschio, giovane, coniugato o convivente, poco scolarizzato, impiegato e fumatore. È questo l’identikit del giocatore che emerge dalla ricerca realizzata dal Sert della Valdinievole dell’Asl 3 di Pistoia e dall’Osservatorio di epidemiolologico dell’Agenzia regionale di sanità. Anche per questo, il 23 ottobre 2006, la Giunta regionale ha approvato una delibera con la quale ha stanziato 264 mila euro per il contrasto delle dipendenze. L’atto segue l’indicazione del Piano Sanitario Regionale 2005-2007 che – al punto 5.2.1.4 «La prevenzione e cura delle condotte di abuso e delle dipendenze» – impegna la Giunta a sostenere e sviluppare azioni contro tutte le forme di dipendenze patologiche tra le quali, negli ultimi anni, c’è stato un innalzamento di quelle derivanti dal gioco d’azzardo patologico. In Toscana non mancano gli interventi di sostegno.

«Si tratta di un fenomeno molto diffuso, sottovalutato e con un grande sommerso – spiega Alessandro Coacci, direttore dipartimento dipendenze Asl 9 di Grosseto – da noi arrivano le segnalazioni di parenti e familiari, di solito le mogli. L’approccio con il giocatore è difficile, è affetto da una vera patologia, egli non gioca per vincere, è consapevole che non vincerà mai, egli gioca a perdere».

E allora partendo da un’ottica di salute pubblica, che vede il gioco d’azzardo come fenomeno che ha un impatto sulla qualità della vita del giocatore, della sua famiglia e della comunità più in generale, il Dipartimento delle Dipendenze della Asl 8 di Arezzo diretto dal dottor Paolo Dimauro propone un modello di intervento che promuove l’integrazione a vari livelli. «In ambito organizzativo – spiega il dottore – integrazione tra un approccio clinico con l’apertura di uno spazio di cura specifico all’interno del Ser.T di Arezzo e un approccio di rete al problema con la creazione di un Gruppo di lavoro interistituzionale che coinvolge A-USL, Enti Locali, Associazioni di Volontariato, Commercianti e Guardia di Finanza. In ambito clinico integrazione tra figure e interventi multi professionali (psicologici, sociali e sanitari); in ambito psicoterapico, integrazione tra setting individuale, familiare e di gruppo e tra modello intrapsichico e modello relazionale; in ambito preventivo, integrazione tra i diversi soggetti della comunità locale per una condivisione di informazioni, esperienze e strategie».

La dottoressa Patrizia Mannari, psicologa-psicoterapeuta dell’Asl 2 di Lucca, porta avanti un’esperienza specifica di recupero al Ser.T di Lucca sperimentando un modello di trattamento ambulatoriale di tipo integrato, cioè svolto da un’équipe terapeutica formata da diverse figure professionali (psichiatra, psicologo, educatore) che operano, ognuna con un proprio ruolo ben definito, tenendo conto della situazione generale di ogni singolo sistema familiare. «Tale sistema prevede – spiega la dottoressa – oltre alla visita psichiatrica ed al trattamento psicoterapeutico per il paziente, di solito maschio, un lavoro di sostegno svolto in «parallelo» dall’educatore come attivatore dei familiari interessati, nell’ottica di orientarli ad una loro presa di coscienza e di motivarli ad una progressiva responsabilizzazione, nei confronti del paziente-giocatore. In questo contesto si prevede anche il ricorso al gruppo come strumento di sostegno e di auto-aiuto dei diversi attori coinvolti».

Recentemente è stata aperta la prima comunità terapeutica per giocatori d’azzardo. La sede è a Monteroni d’Arbia (Siena), il soggiorno previsto è di 21 giorni, tutto a spese della Regione Toscana per i toscani, mentre per chi proviene da fuori regione il costo dell’intero ciclo terapeutico sarà di 2.400 euro. L’iniziativa è del dottor Riccardo Zerbetto, psichiatra specializzato nella cura delle droghe. Da segnalare che in Toscana è attivo anche un numero verde (800.39.40.88) gestito dal Coordinamento Enti Ausiliari della Regione Toscana (CEART) per le nuove forme di dipendenza da sostanze, nuovi consumi, gioco d’azzardo e disturbi alimentari.

Cala il lotto, crescono sale Bingo e «new slot» Cifre da capogiro anche nelle agenzie ippiche Le «new slot» sono in vetta alla classifica dei giochi preferiti in Toscana. Sono oltre 13 mila le macchine attive e, per incassi, battono tutti gli altri giochi con un incremento del 110,4% nel 2005 rispetto all’anno precedente, con una spesa complessiva che è passata dai 250 ai 525,9 milioni di euro. Anche il Bingo è entrato nelle abitudini dei toscani, con un incremento rilevato nel 2005 del 21,2% e una spesa che si attesta sui 50,9 milioni di euro, a fronte dei 42 spesi nel 2004. Cresce, anche se in misura minore, il Superenalotto, con un aumento del 4,2% e una spesa pari a 119,6 milioni di euro. Le nuove tendenze dei giochi d’azzardo hanno penalizzato soprattutto il gioco del Lotto con un calo registrato nel 2005 pari al 45,7%. Importanti anche le cifre puntate nelle agenzie ippiche che sono circa 600 sul suolo toscano. Da segnalare infine che sono tre le città toscane che aspirano a ospitare una casinò: Bagni di Lucca, Montecatini e Viareggio. Così in Italia L’identikit del giocatore: quattro tipologie Sono quattro, secondo i Monopoli di Stato, le macro-categorie che identificano i giocatori delle scommesse a quota fissa: abitudinari/tradizionali (22,1%); sportivi/tifosi 31,6%); relazionali/socializzanti (20,6%); edonisti/esperti (27,5%). La categoria principale del bacino d’utenza dei giocatori è quella degli sportivi/tifosi. Si tratta di giocatori con livello socioculturale medio o medio-alto, età media o giovani, appassionati di calcio, attitudine al gioco legata all’evento sportivo. Un’altra fascia di appassionati che, secondo l’esperienza dei gestori, rappresenta una fetta importante del target di riferimento è quella degli «abitudinari/tradizionalisti». In questo caso si tratta di giocatori di ippica, con livello socioculturale medio-basso o basso, età avanzata, esperti di gioco, stanziali in agenzia. E lo Stato rilancia: si potrà scommettere su tutto Solo l’imbarazzo della scelta. Il 2007 sarà l’anno delle novità per i giocatori: entro quest’anno sarà possibile scommettere su tutto – dalle partite di calcio alle gare di formula 1, regate, rally e tanto altro – un terminale moltiplicherà le possibilità di gioco. Non solo sport, ma molte altre occasioni: dalla dama agli scacchi, dal tressette al poker, considerato finora il più «peccaminoso» del giochi d’azzardo.

Basterà collegarsi via Internet, dopo aver pagato una modesta quota di iscrizione e aperto un conto con un bookmaker, una delle tante piccole e grandi società che si sono aggiudicate le migliaia di concessioni messe in gara dalle finanze. Per prevenire possibili critiche è stato introdotto un termine inglese, skill games, ovvero giochi d’abilità. Per i premi vige la formula del «dividi l’incasso», retaggio delle gare dilettantistiche del secolo scorso, l’80 per cento delle iscrizioni, sarà diviso tra i vincitori, il resto andrà allo Stato (3 per cento) garante della regolarità e in parte al bookmaker.

Internet e telefonini saranno le nuove sale giochi degli italiani: si può giocare a Gratta e vinci online. Al posto del premio in un’unica soluzione è allo studio la possibilità di un vitalizio.

Anche per giocare al Bingo non sarà più necessario uscire di casa: tra maggio e giugno ci sarà una versione online. Lo stesso per tris, totocalcio e totogol: dal 1° luglio le schedine si potranno giocare anche via internet. Non poteva mancare la roulette, altro gioco «peccaminoso», sono allo studio altri giochi di numeri da affiancare al Lotto. Altra novità è costituita dall’arrivo delle Newslot 2, le nuove slot machine che saranno installate nei punti Bingo. Ogni partita potrebbe costare 1 euro, ora costano 50 centesimi; raddoppieranno anche le vincite. Non più 50 euro ma cento. Oltre ai giochi di abilità e le scommesse a quota fissa via internet è prevista l’apertura di almeno 7 mila punti di vendita di giochi a base sportiva con l’esclusione delle corse di cavalli; via libera alle sale Bingo per l’installazione di slot machine e di apparecchi di intrattenimento per i giochi su base ippica, con l’attivazione di almeno 10 mila punti di vendita; immissione, nel circuito del gioco, di 9 mila apparecchi nel 2007, dai quali l’erario pensa di ricavare almeno 320 euro al giorno per ciascuna macchina.

Tra le tante novità una va controcorrente: 100 mila euro annui saranno destinati per il triennio 2007 – 2009 alla realizzazione di campagne di informazione e di educazione dei giovani per conoscere i rischi derivanti dal vizio del gioco.

Ennio Cicali