Gli italiani sono ancora un popolo solidale, nonostante la crisi economica? Secondo la IV edizione del Barometro della solidarietà internazionale – indagine promossa dalla Focsiv e realizzata dalla Doxa -, negli ultimi 12 mesi almeno il 44% degli italiani ha effettuato una donazione (il 35% lo fa in modo continuativo e regolare), soprattutto nel campo della ricerca medica (il 62% delle offerte) o in occasione di grandi tragedie nazionali o internazionali. Ma per il 57% degli italiani è la disoccupazione la più grande urgenza mondiale, seguita dalla fame nel mondo (per il 40% degli intervistati). I dati dell’indagine anticipati oggi al SIR verranno presentati domani durante un incontro a Roma (ore 10.30, Hotel Nazionale). Gli italiani sono dunque maggiormente preoccupati per il lavoro, che considerano fondamentale per il contrasto alla povertà e lo sviluppo della pace. Per 6 intervistati su 10 è un’emergenza che riguarda ormai tutti i Paesi e deve pertanto essere affrontata a livello internazionale. Critica appare, invece, la posizione nei confronti della presenza degli immigrati in Italia: l’83% del campione ritiene che gli immigrati siano troppi per le possibilità economiche e sociali del nostro Paese, una percentuale in aumento di due punti rispetto al 2007.Gli intervistati vengono suddivisi, perciò, in tre categorie: il 66% risultano inquieti di fronte alla presenza degli immigrati, il 25% ostili e solo il 9% aperti. Il 62% degli intervistati chiede anche di aumentare gli aiuti allo sviluppo, e secondo il 55% occorre farlo attraverso una riduzione delle spese militari. Tra le organizzazioni che riscuotono maggiore fiducia vi sono le ong (73%, in aumento di sei punti dal 2007), l’Onu (68%, in aumento di sette punti), l’Ue (67%, in aumento di cinque punti), la Chiesa (62%, in calo di tre punti). Riguardo alle cause della povertà, il 60% degli italiani ribadisce l’opinione per cui la più importante causa di debolezza dei Paesi poveri è lo sfruttamento da parte dei Paesi ricchi. Per il 50%, invece, dipende da un sistema politico non democratico e dalla corruzione, il 15% pensa che non sono abituati a lavorare. Dai dati emerge, in sintesi, una situazione che vede gli italiani mobilitarsi soprattutto in occasione di gravi tragedie nazionali o internazionali commenta il sociologo Valerio Belotti, curatore dell’indagine -, verso settori che hanno una notevole visibilità’ mediatica, come quello della ricerca medica, molto meno su temi forse più generali e sui quali sicuramente la mobilitazione della popolazione viene meno sollecitata: adozioni a distanza, diritti umani, vittime delle guerre e del terrorismo.Sir