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SOFRI: CAMERA BOCCIA LA PROPOSTA DI LEGGE BOATO
L’Aula di Montecitorio ha bocciato l’articolo 1, che è anche l’unico articolo della proposta di legge Boato, approvando un emendamento di An che riconduce al Guardasigilli la concessione della grazia, vanificando l’autonomia della scelta del Capo dello Stato. Un atto che segna di fatto il tramonto della legge Boato. E che vanifica la possibilità di grazia per Adriano Sofri, che si è sempre rifiutato di presentare domanda di grazia. Alcuni esponenti dell’opposizione hanno sollevato la questione del numero legale ma il vicepresidente Publio Fiori ha dichiarato che la Camera era in numero legale «per quattro deputati». I pochi parlamentari dell’opposizione rimasti in Aula hanno applaudito polemicamente il centrodestra per essere riusciti nel loro intento di affossare la proposta di legge Boato. Polemico con la sua stessa maggioranza anche il relatore del provvedimento, il forzista Carlo Taormina: «Siamo entrati in aula con la convinzione che nelle votazioni la maggioranza si potesse trovare – ha dichiarato – e invece siamo stati smentiti».
Ecco il tormentato iter di questa proposta di legge che avrebbe dovuto rimettere nelle mani esclusive del Capo dello Stato la decisione di concedere la grazia.
– 30 dicembre 2003: un comunicato del Quirinale rende noto che il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ha seguito con particolare attenzione la questione relativa alla grazia a Sofri e Bompressi, ha preso contatti con il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini per informarsi sui tempi dell’iter della proposta di legge Boato, che darebbe piena e chiara attuazione all’articolo della Costituzione che attribuisce il potere di grazia al Capo dello Stato. Il presidente della Camera informa il presidente della Repubblica di voler convocare la conferenza dei capigruppo per il 5 gennaio «al fine di proporre una anticipazione della discussione del provvedimento. Contrari il ministro della Giustizia Roberto Castelli e il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, che chiede un ddl costituzionale. Giusta l’iniziativa di Ciampi per il segretario dei Ds Piero Fassino. La Margherita si dice pronta a sostenere «un iter rapidissimo, l’Udc favorevole a dare il via libera a una corsia preferenziale per l’approvazione della proposta di legge.
– 13 gennaio: alla commissione Affari costituzionali della Camera comincia la discussione generale. An e Lega ribadiscono il loro no. Anche secondo il relatore del provvedimento, Carlo Taormina (Fi), occorrerebbe una legge costituzionale. In appoggio alla proposta intervengono Graziella Mascia (Prc), Carlo Leoni (Ds), e l’ex Guardasigilli Filippo Mancuso e Michele Saponara (Fi), entrambi firmatari della pdl Boato.
– 22 gennaio: scade il termine per la presentazione degli emendamenti al testo, vengono firmate 35 proposte di modifica. Boato esprime in particolare preoccupazione per l’emendamento presentato dal relatore Carlo Taormina (FI) che introduce l’obbligo di presentare la domanda di grazia.
– 3 febbraio: la commissione Affari Costituzionali della Camera approva la proposta di legge presentata da Marco Boato con gli emendamenti del relatore Carlo Taormina. La nuova stesura del testo prevede che per ottenere la grazia ci debba essere la domanda dell’interessato, del suo legale o di un suo congiunto. Oppure la semplice iniziativa del Capo dello Stato. A favore di questa nuova stesura votano Udc, Forza Italia, Margherita, Ds, Verdi, Sdi e Prc. La Lega vota contro e An si astiene.
– 5 febbraio: si conclude alla Camera la discussione generale sulla proposta di legge.
– 11 febbraio: scontro verbale a Montecitorio; i deputati di An, guidati da Ignazio La Russa, contestano il relatore Carlo Taormina (FI) che esprime parere negativo su alcuni loro emendamenti volti a ripristinare l’obbligatorietà della domanda per ottenere la grazia. La seduta viene sospesa e l’esame del testo rinviato al giorno dopo.
– 12 febbraio: la proposta di legge Boato slitta. Lo stabilisce la Conferenza dei capigruppo della Camera dopo aver constatato la difficoltà a trovare nel Comitato dei nove, all’interno della commissione Affari Costituzionali, un’ intesa sul provvedimento.
– 26 febbraio: la conferenza dei capigruppo di Montecitorio mette in calendario la proposta di legge Boato nella settimana dal 9 al 12 marzo, dopo il decreto per rifinanziare la missione italiana in Iraq.
– 16 marzo: l’esame della pdl Boato slitta nuovamente alla Camera.
– 17 marzo – l’aula affonda il testo Boato.