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SOCIAL FORUM: OLTRE 500.000 A FIRENZE CONTRO LA GUERRA

E’ dovuta partire alle 13.20, con due ore di anticipo rispetto al previsto a causa dell’enorme afflusso di gente, la manifestazione del Social forum europeo contro la guerra, che ha visto arrivare da diversi Paesi del mondo 500.000 partecipanti (per gli organizzatori 1 milione).

La testa del corteo è stata spostata in avanti fino a metà percorso (P.zza Donatello), anziché nella Fortezza da Basso, ed ha iniziato a camminare in un clima di tensione sospesa,ma poi tutto si è trasformato in festa. La manifestazione, colorata e festante, con striscioni e slogan vecchi e nuovi, ma tra i quali prevale la scritta “Dont’attack Iraq. Not in my name” (Non attaccate l’Iraq, non nel mio nome) e le bandiere arcobaleno con i colori della pace, ha incontrato sul suo percorso di sei chilometri (fino allo stadio Artemisio Franchi, con concerto finale) una Firenze surreale, svuotata dei suoi abitanti e con le vetrine blindate. Qualcuno lascia una rosa sui negozi sigillati, altri improvvisano corse di gruppo “anticapitalismo”, bande di tamburi suonano, giocolieri e donne sui trampoli incantano i partecipanti con i loro numeri, i giovani ballano al ritmo di tarantelle o “mambo siciliano”.

Nel corteo c’è un po’ di tutto: tanto ritorno al passato, ma anche problemi e istanze nuove, le lotte dei dipendenti della Fiat contro i licenziamenti, gli agricoltori con i trattori, le donne contro la guerra, quelli contro la globalizzazione ad ogni costo e quelli che vogliono governarla, gli immigrati che chiedono dignità, i bambini e i pattinatori e un forte no corale “ad una Europa fortezza”.

“Vogliamo che con questa manifestazione pacifica – dice Andrea, 20 anni -, i governi capiscano che noi vogliamo la pace e non la guerra. E che non si può continuare ad investire soldi in armi quando interi continenti, soprattutto l’Africa, stanno morendo”. E Cristina, 25 anni, sottoscrive: “Non c’è bisogno di essere di sinistra, di centro o di destra per essere contrari alla guerra. Basta pensare”. Intanto, per domani mattina, giornata ufficiale di chiusura del Social Forum, tra i vari appuntamenti a margine è previsto un incontro ecumenico laico-religioso (ore 11 a piazza dell’Isolotto) organizzato da alcune realtà laiche e religiose, tra cui la Comunità di base Isolotto, Beati i costruttori di pace, Agesci, Comunità rom del Poderaccio, Cipax, Emergency, Arci. L’incontro sarà strutturato con brevi pensieri spontanei, poesie, preghiere, testimonianze, canti, danze e simbologie. Tra i simboli, cesti con pane di diverse tradizioni culturali, con frutti della natura e semi (anche i rom offriranno la picinta e la pita cotte nei forni del campo), un grande cesto dove riporre e prendere messaggi, preghiere, poesie o brani di letteratura sacra e laica, “per una condivisione delle radici da cui ciascuno trae la linfa vitale e le fonti a cui alimenta l’ispirazione ideale”.Sir

Social forum, un milione per la pace