Dossier

Social Forum, il diario dei cinque giorni

Qualcuno sostiene che quelli del Social Forum Europeo sono stati per Firenze i cinque giorni più lunghi della sua storia più recente. Una città che in passato ha saputo sempre reagire anche nelle situazioni più difficili ha prima temuto, poi trattenuto il fiato per quasi una settimana e, alla fine, si è sciolta in un sospiro di sollievo. Cinque giorni da ricordare e dei quali è questo il diario:

MERCOLEDÌ 6 – DA CAMP DARBY A PIAZZA SANTA CROCE – Per il meeting fiorentino è una specie di prova generale: si comincia con la manifestazione davanti alla base militare Usa di Camp Darby, tra Pisa e Livorno. A promuoverla Cobas, antagonisti e alcune sigle straniere. Davanti alla base, al cui interno c’è anche chi fa il barbecue ma si segue con attenzione ciò che avviene oltre i cancelli, sfilano in alcune migliaia. Alle frontiere c’è chi «disobbedisce»: Luca Casarini ed un gruppo di no global sega la sbarra confinaria per contestare i controlli alle frontiere. La sera a Firenze è festa in piazza Santa Croce con gli interventi tra gli altri di Dario Fo e della mamma di Carlo Giuliani, Heidi. La città intanto è sotto scorta: monumenti vigilati, diversi negozi del centro cominciano a chiudere in vista del meeting.

GIOVEDÌ 7 – LA FALLACI A FIRENZE, SI DISCUTE AL FORUM – Pace, esclusione sociale, alimentazione: sono alcuni dei temi che si discutono alla Fortezza da Basso alla partenza vera e propria del meeting. Intanto, annunciata dalle polemiche suscitate dal suo articolo sul Corriere della Sera in cui chiede ai fiorentini di esprimere il loro lutto per la città violata dal Social Forum, arriva in città Oriana Fallaci. Una cintura di sicurezza, intanto, è stesa attorno a Firenze dalle Forze dell’ordine che presidiano il centro storico dove, tra i negozianti c’è chi, per blindare il proprio esercizio, ha speso in media 200 euro a metro quadrato.

VENERDÌ 8 – LA GIORNATA DELLE PROTESTE – I disobbedienti occupano simbolicamente il deposito della Caterpillar (i suoi mezzi, spiegano, sono usati dagli israeliani per distruggere le case dei palestinesi); gli studenti occupano, anch’essi simbolicamente la Siae colpevole di opporsi ad una libera «diffusione del sapere»; gli anarchici protestano davanti al carcere di Sollicciano e i detenuti, dalle celle, rispondono agli slogan. Intanto al Forum arriva Guglielmo Epifani: una stretta di mano con Vittorio Agnoletto suggella la «strategia dell’attenzione» del sindacato verso il movimento.

SABATO 8 – CENTINAIA DI MIGLIAIA IN CORTEO – Quando la testa del serpentone colorato contro la guerra arriva al termine del percorso di sei chilometri, allo stadio comunale «Franchi», la coda si è appena mossa dalla Fortezza da Basso: le forze dell’ordine dicono 450.000, gli organizzatori oltre 700.000, forse un milione. La gente, lungo il percorso, applaude, offre tè, caffè, panini e offre i bagni di casa propria per chi ne ha bisogno. In molti espongono striscioni e bandiere pacifiste, mentre il centro storico è pressoché deserto. I ‘Black bloc’, il pericolo nero, non si è fatto vedere.

DOMENICA 10 – TUTTO FINITO, SOSPIRO DI SOLLIEVO – L’assemblea dei movimenti sociali europei prende il suo impegno: ci rivediamo a Parigi il prossimo anni, ma intanto lotta senza quartiere alla guerra, anche con la proposta di uno sciopero generale europeo. Il Forum, di fatto, si conclude così. Il sindaco Leonardo Domenici ed il presidente della regione Claudio Martini, insieme al prefetto Achille Serra e ai responsabili delle forze dell’ordine si godono il risultato di una sfida vinta: Firenze ha superato senza un graffio la prova-corteo. In questura gli organizzatori sono invitati per un aperitivo. Ai poliziotti regalano magliette con scritto: «un mondo migliore è possibile». Da domani si comincia a togliere le blindature ai negozi.

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