Lasciare l’auto e preferire la bici o… i piedi per gli spostamenti brevi; usare gli abiti più e più volte, passandoseli con vicini e parenti e magari imparare anche qualche rudimento di taglio e cucito per recuperare… il recuperabile; rinunciare alle sigarette – costose e dannose – e rifiutare gli shopper in plastica a favore delle borse di stoffa. Sono solo alcuni dei tanti piccoli e grandi gesti quotidiani che fanno risparmiare in tempo, soldi, salute e risorse. Ma è solo una questione di «risparmio»? Cosa c’è dietro la rinnovata attenzione della Chiesa verso la sobrietà nei consumi? È possibile vivere «a impatto zero», senza incidere negativamente sull’ambiente e sulle risorse del pianeta? La Caritas diocesana ha inserito tra i progetti per la Quaresima anche Terra Si-cura, un percorso articolato per ri-educarci alla sobrietà.nostro carrello della spesa può cambiare in tanti modi: fuori i mandarini cileni – disponibili anche a giugno – e le banane del Costarica; dentro i prodotti locali di stagione, per valorizzare l’economia del territorio. Evitare il più possibile l’«usa e getta»; preferire i prodotti sfusi a quelli preconfezionati o incartati con materiali inquinanti; comprare lampadine a basso consumo (un «salasso» sul momento ma un grosso risparmio sui consumi e sulla bolletta); rinunciare all’acquisto di prodotti di aziende che non rispettano l’ambiente o i lavoratori; attrezzarsi per bere acqua del rubinetto; acquistare solo lo stretto necessario, comprando poco e spesso; fare attenzione alle etichette: controllare la provenienza dei prodotti, gli ingredienti e i materiali con cui sono fatti… E avanti fino alle proposte più «creative», come seguire corsi per imparare a costruirsi da soli i pannelli solari o condividere l’auto con vicini e colleghi, quando i percorsi lo permettono. «Le possibilità sono tante – spiega don Emanuele Morelli, direttore della Caritas diocesana – e tutti possono, volendo, assumere atteggiamenti più responsabili. Chiaramente ciascuno lo farà secondo la sua sensibilità e disponibilità. Per esempio, se sono un sindacalista la mia esperienza mi porterà a non finanziare con i miei acquisti quei marchi che non rispettano i diritti di chi lavora». «Si può cominciare con piccole scelte, piccole attenzioni concrete – riprende don Emanuele – che piano piano creino un circolo virtuoso». Da qualche anno la Chiesa si è fatta più attenta a questi temi…«Del resto si tratta di problemi fondamentali del nostro tempo. Benedetto XVI è più volte intervenuto su questo fronte; da tre anni i vescovi italiani promuovono la Giornata per la salvaguardia del Creato per il primo settembre (con iniziative che vanno avanti per tutto il mese); la questione è attuale e richiama tutti a una maggiore responsabilità, specialmente verso chi verrà dopo di noi». Detto in poche parole: più attenzione e moderazione nei consumi non guastano affatto; e «sobrietà» è un termine che oggi sostituisce il desueto «temperanza»: una virtù che, in senso più ampio, è presente da tempi remoti nella dottrina della Chiesa. E se a qualcuno può apparire faticoso differenziare i rifiuti in tre o quattro contenitori o inforcare la bicicletta una volta di più?…«Bisogna essere sinceri: azzerare l’impatto dell’uomo sull’ambiente è impossibile, si può però ridurre la propria impronta ecologica; e, quando è possibile, diventa un dovere farlo. Per riuscirci non basta agire singolarmente – spiega ancora don Emanuele – bisogna attivarsi innanzitutto come Chiesa, se vogliamo essere efficaci. La Caritas ha già avuto contatti con il servizio per la pastorale familiare, e prevediamo di incontrare anche i responsabili dei servizi di pastorale giovanile e del lavoro: per valutare assieme tutte le strade che si possono tentare, in collaborazione, per essere più incisivi e raggiungere più persone possibile». Già oggi i temi di un uso responsabile delle risorse che il Signore ci ha dato e di uno stile di vita sobrio, entrano nei percorsi di preparazione al matrimonio. «Ad esempio – riprende il direttore della Caritas diocesana – proponiamo ai futuri sposi bomboniere e ricevimenti equi e solidali e insegnamo loro a costruire la nuova famiglia su principi di sostenibilità». Insomma la strada verso una vita più sobria diventa più facile se percorsa in compagnia: «la chiave del successo sta nel lavorare insieme per trovare vie nuove, nuovi metodi, soluzioni creative…la società mette al primo posto la competizione? Noi, la collaborazione». Lo sanno bene le famiglie riunite nei Gas (Gruppi di acquisto solidale) per comprare all’ingrosso diversi beni di consumo da piccoli produttori locali: un’esperienza «vincente», vissuta anche in qualche parrocchia della diocesi. Non si tratta solo di darsi da fare per risparmiare: «Adottare nuovi stili di vita, mettendo al centro l’essere umano e le relazioni, è un modo per vivere concretamente il Vangelo di Gesù».