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SIRIA, VATICANO: FERMA CONDANNA ATTENTATI, SERVE IMPEGNO INTERNAZIONALE

(ASCA) – «Davanti ai tragici attentati che ieri hanno insanguinato le strade di Damasco non si può che esprimere una ferma condanna e la commossa vicinanza del Santo Padre e della comunità cattolica alle famiglie delle vittime». Lo ha dichiarato questa mattina il portavoce vaticano, p. Federico Lombardi. “Questi attentati – ha aggiunto – dovrebbero spingere tutti ad operare una svolta per un rafforzato impegno nel dare attuazione al Piano Annan, che è stato accettato dalle parti in conflitto. Gli attentati di ieri attestano inoltre che la situazione in Siria richiede un impegno congiunto e deciso da parte di tutta la comunità internazionale perché si ponga in atto quel Piano e al più presto siano inviati altri Osservatori. è sempre più attuale – ha concluso Lombardi – l’appello formulato dal Santo Padre il giorno di Pasqua: Occorre intraprendere senza indugio la via del rispetto, del dialogo e della riconciliazione”.“Violenza chiama violenza e quanto successo a Damasco è una pagina triste e dolorosa di un conflitto che man mano che passa il tempo diventa sempre più difficile da risolvere. L’impressione è che gli attentati compiuti ieri siano strumento di una forza che intende compromettere gli sforzi di pace portati avanti in questo momento e su cui tanta speranza è stata riposta dalla popolazione”. Sono le parole del nunzio apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari, che parlando con l’agenzia MISNA ha commentato il duplice attentato che ieri ha causato almeno 55 morti e 372 feriti. Secondo il Nunzio, il piano di Kofi Annan – inviato speciale in Siria di Nazioni Unite e Lega Araba – per trovare una soluzione politica al conflitto “continua a essere l’ultima spiaggia, l’ancora di salvezza, persa la quale le conseguenze potrebbero essere disastrose”. Purtroppo, aggiunge, “il dispiegamento degli osservatori internazionali incaricati di monitorare il cessate-il-fuoco sta procedendo molto lentamente perché lì dove sono presenti, seppur timidi, arrivano segnali di miglioramento. Spero che una volta completato, l’arrivo dei 300 osservatori previsti dal Consiglio di sicurezza dell’Onu possa interrompere questa spirale di violenza”.