Caritas Turchia si sta attivando per mettere a disposizione aiuti materiali e psicologici alle frontiere tra Turchia e Siria, dove sono ammassati in cinque campi oltre 10.100 profughi in fuga dalla Siria. Sono in maggioranza donne, bambini e anziani e centinaia di feriti racconta oggi al SIR Chiara Rambaldi, operatrice umanitaria che lavora nel team di Caritas Turchia -. Non è consentito l’accesso ai campi, ma abbiamo dei contatti all’interno che ci segnalano i bisogni immediati: chiedono soprattutto kit sanitari, giochi, cibo e indumenti. Ma la distribuzione sarà affidata alla Mezzaluna rossa (Red crescent), che sta gestendo i campi e in continuazione allestisce tende nella zona. L’assenza di uomini tra i profughi fa scatenare numerose ipotesi: Forse hanno difficoltà ad accedere alla frontiera, forse sono stati arrestati o forse hanno mandato avanti donne, bambini e anziani e stanno aspettando gli sviluppi della situazione. Rambaldi precisa che finora solo una decina di organizzazioni non governative e alcuni giornalisti hanno potuto verificare le condizioni nei campi durante una visita organizzata dalle autorità, per cui è difficile capire effettivamente i bisogni. Noi abbiamo inviato una persona che ha contatti dall’esterno. Sembra che il governo turco e le organizzazioni stiano lavorando bene ed in fretta osserva l’operatrice di Caritas Turchia -, rispettando gli accordi internazionali. Infatti la frontiera è mantenuta aperta. Finora il governo turco sta concedendo ai profughi un foglio di identificazione. Le persone fuggono da Jisr al-Sughur, una città siriana a 20 km dal confine turco, e si ammassano nella città turca di Hatay (Antakya). Il flusso è in aumento prosegue Rambaldi – e abbiamo notizie di violenze, arresti arbitrari e uso della forza. Purtroppo non è facile verificare perché in Siria non è consentito l’ingresso di giornalisti. Quello che ci preoccupa sottolinea sono le condizioni psicologiche della gente che vive nei campi. Cercheremo di dare aiuti anche ai siriani che arriveranno ad Istanbul e avranno bisogno di sostegno per l’eventuale richiesta di asilo politico. Caritas Turchia è in contatto con le principali organizzazioni umanitarie. Nella zona dei campi ci sono 112 servizi sanitari d’emergenza e ambulanze, secondo le informazioni diffuse dalla Mezzaluna rossa. (Sir)