Toscana

SIRIA: PUGNO DI FERRO DEL REGIME, MASSACRO NEL VENERDÌ SANTO

(ASCA) – Le notizie sono frammentarie e confuse, ma il Venerdì Santo in Siria verrà ricordato come uno dei peggiori bagni di sangue nella storia delle recenti rivolte in Medio Oriente. Non sono serviti i segnali di apertura da parte del presidente Bashar al Assad che negli ultimi giorni ha firmato decreti per l’abrogazione della legge d’emergenza e della Corte superiore della sicurezza di Stato. Oggi al termine delle preghiere del venerdì migliaia di persone si sono riversate in strada in diverse città della Siria, compresa la capitale Damasco e le forze dell’ordine, secondo quanto riferito da attivisti dei diritti umani contattati telefonicamente dalle agenzie internazionali, hanno aperto il fuoco sui manifestanti causando decine di morti e feriti, con un bilancio che si aggrava di ora in ora. Almeno 14 persone sono morte a Ezreh, città della provincia di Daraa, epicentro delle manifestazioni contro il regime iniziate a metà del mese scorso. Una persona è stata uccisa Hirak, mentre a Damasco le vittime sono state almeno 15, nove nel quartiere di Douma e altre sei nelle zone di Barzeh, Harasta e Al-Maadamiyah. Due morti sono stati registrati anche ad Hama, dove nel 1982 il regime massacro decine di migliaia di islamici. Altri due manifestanti sono caduti sotto i colpi delle forze dell’ordine a Latakia e quattro persone hanno perso la vita a Homs.