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Siria, Papa Francesco al presidente Assad: «ripristinare la pace»
Proseguono intensi i combattimenti ad Aleppo tra esercito governativo e ribelli asserragliati nella parte Est della città e costretti a lasciare le loro posizioni. Decine di migliaia di persone prive di ogni assistenza, moltissime sono le famiglie con i bambini spesso malati a causa del freddo e della mancanza di cibo e di condizioni igieniche adeguate. La testimonianza del gesuita Sami Hallak. Ieri, intanto, Papa Francesco ha fatto recapitare al presidente siriano Bashar al Assad una lettera in cui chiede di moltiplicare gli sforzi per giungere alla pace
Anche se il 10 dicembre la comunità internazionale ha celebrato la Giornata dei diritti umani, gli abitanti di Aleppo continuano a essere vittime della guerra e testimoni di una violenza senza precedenti. Come dimostra l’attacco, nello stesso giorno, intorno alle sei del pomeriggio, alla casa dei gesuiti di Aleppo, non distante dal centro del Jesuit Refugee Service (Jrs) di Al-Azizieh. Un fitto lancio di bombe ha colpito il secondo e il terzo piano della struttura causando notevoli danni materiali ma, fortunatamente, nessuna vittima. Altri tre razzi, lanciati dalla zona Est della città, parte della quale risulta ancora in mano ai ribelli, sono caduti nelle immediate vicinanze. A riferirlo al Sir padre Sami Hallak, direttore dei progetti del Jrs di Aleppo.
Poteva essere una strage, l’ennesima di civili innocenti, se le bombe fossero cadute di mattina, quando, dice il gesuita, «molti rifugiati, sfollati e abitanti della città vengono al nostro vicino centro di distribuzione per prendere un po’ di generi alimentari». Il tutto mentre nella città proseguono i combattimenti tra esercito regolare che pare avere ripreso la quasi totalità della parte Est, e i ribelli in fuga.
Preghiamo e speriamo per una pace immediata in Siria e ad Aleppo». Un appello che richiama quello di Papa Francesco, contenuto in una lettera consegnata, il 12 dicembre, personalmente al presidente siriano Bashar al Assad dal nunzio apostolico, cardinale Mario Zenari. Nella missiva il Pontefice esprime solidarietà al popolo siriano e chiede al presidente Assad «di moltiplicare gli sforzi di tutti per mettere fine alla guerra in Siria e ripristinare la pace». Intanto in città è giunta l’eco della strage nella chiesa copta in Egitto. Padre Hallak però è convinto: «qui in Siria nessun musulmano ha l’allergia per le feste cristiane come il Natale.
C’è anche chi prepara in casa l’albero. Nel nostro centro operano tanti volontari di fede islamica che festeggiamo con noi. Se dovesse accadere qualcosa per Natale questo non sarà a causa delle feste che vivremo, ma solo per gli scontri dovuti alla guerra. I combattimenti continuano e la speranza della gente di qui è che l’esercito spinga ancora più fuori i ribelli allontanando la linea di fuoco dalla città».